BENEVENTO - Algoritmi, piano B o C, nulla di tutte queste stramberie: a Pippo Inzaghi preme un unico responso, quello del campo. Che il suo verdetto a favore del Benevento lo ha, ormai, emesso con ampio anticipo, ma che per divenire inequivocabile e incontrovertibile deve essere legittimato dalla matematica. Diatribe che non intaccano l’attenzione del tecnico che, a conclusione della prima settimana di allenamenti, esorta dal suo profilo: "Carichi e concentrati preparando la ripresa". Da questa prima settimana i giallorossi escono con qualche acciacco, qualche risentimento muscolare irrilevante (Viola) ma comunque prevedibilissimo vista la lunga sosta. Tutti abili ed arruolabili eccezion fatta per i lungodegenti Antei e Sanogo. E uno sguardo è, ovviamente, proiettato sul mercato: al 30 giugno sono in scadenza i portieri Gori e Manfredini, nonché i difensori di fascia destra Maggio e Gyamfi.
Coda, futuro in dubbio. Idea Pjaca
Intriga soprattutto il futuro di Massimo Coda, 21 reti l’anno scorso, quest’anno fermo a 7, che non ha rinnovato il contratto, disdegnando il prolungamento triennale offertogli dalla società. Probabilmente, coltivava più ambiziose aspettative ma chissà che, dopo il Coronavirus non abbia a pentirsene, tenuto conto del preannunciato ridimensionamento delle risorse nel pianeta calcio. In quanto agli arrivi, non ci sarebbero problemi per il ritorno del difensore rumeno Alin Tosca, oggi in Turchia, solo che il Benevento ha già rinforzato gli ormeggi con l’acquisto di Barba. Suggestiva l’idea dello juventino Pjaca, oggi di scena in Belgio, ammesso che l’estroso ma jellato giocatore croato sia disponibile al declassamento. Più probabile, invece, che il futuro attaccante giallorosso sortisca dal binomio Zaza-Lapadula, il primo del Toro, l’altro a Lecce dove ha già centrato 7 volte il bersaglio in 19 gare.
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