Chissà se la capacità di mirare un attaccante è nel dna di suo figlio Lodovico. Ma forse non ce n’era bisogno nel caso di Haaland. «Era nel Molde. Bastava vederlo in partita o allenamento, senza differenza». Voleva migliorare e giocare. Sognare e segnare. Era già il gigante di un campionato minuscolo, quello norvegese. Spinosi jr racconta di averlo proposto a Walter Sabatini, all’epoca direttore sportivo dell’Inter. Uno che ha il cv pieno zeppo di piccoli acquisti divenuti grandi affari. Ma è in uscita dal club di Zhang e ha il tipico budget del dirigente prossimo al divorzio: le cene di lavoro, e si raccomandano gli scontrini. Haaland costa tre milioni e ottocentomila euro, tutto compreso. Tanti ma spesi bene, sentenzia l’attuale ds del Bologna, costretto però a tirar fuori l’Inter dalla corsa.