TORINO - Non è solo questione di cifre e di zeri, un rinnovo di contratto. Così come non lo è la stipula di una nuova intesa.
In ballo ci sono anche la consistenza dell’ormai proverbiale “progetto”, ci sono le considerazioni tecniche, le ambizioni, l’affinità con i compagni. E in questo senso si può a buon diritto rilevare come nel caso di Paulo Dybala, secondo l’ottica propria e personale del giocatore, vi sia un fattore in grado di ricoprire un’importanza tutt’altro che marginale: il fattore P. P come Pogba.
IL CONTESTO - La Joya ha il contratto in scadenza nel 2022 e proprio in questi giorni, in queste settimane, per tramite dei suoi agenti sta sondando con la Juventus se vi siano e quali siano i presupposti per continuare e prolungare la sua avventura in bianconero. «A me piacerebbe restare, io qui sto bene - ha recentemente sottolineato in una intervista al Guardian - ma dipende tutto dal club, mi diranno i dirigenti cosa intendono fare. Nel calcio tutto può cambiare da un momento all’altro».
Sotto inteso: diranno se vogliono ancora puntare su Dybala e se sono disposti a corrispondergli l’ingaggio che l’attaccante potrebbe ottenere altrove (la cifra fatidica si aggira intorno ai 10 milioni di euro netti: un buon 20- 25 per cento in più rispetto agli emolumenti attuali).
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