MILANO - L'ultimo gol su azione, Mauro Icardi l’ha segnato il 2 dicembre a Roma. Da allora ha trasformato tre calci di rigore, compreso quello al Genoa, l’unica rete post-riabilitazione, nonostante in campo sia stato tutt’altro che una comparsa, come dimostrano le otto presenze con 494’ a referto. Beppe Marotta, quando si è sobbarcato un’estenuante trattativa con l’avvocato scelto da Wanda Nara pur di rimandarlo in campo, sperava che Icardi - oltre ad aiutare l’Inter ad andare in Champions - tornasse quanto meno vicina ai suoi livelli. Invece, oltre a non fare gol, l’argentino lunedì (per la prima volta) ha visto cementarsi una tifoseria fin lì divisa nei fischi che ne hanno accompagnato l’uscita dal campo.
CONTE HA GIÀ DETTO NO - La palla resta in mano all’ad e a Piero Ausilio che dovranno piazzare al meglio un giocatore il cui valore si è dimezzato negli ultimi mesi. Altra strada non è percorribile, considerato che Antonio Conte avrebbe già dato pollice verso all’idea di ritrovarsi in casa un centravanti tanto mediaticamente ingombrante. Icardi, dal canto suo, ieri ha risposto ai fischi di San Siro postando l’ennesimo messaggio d’amore nei confronti del club, segno evidente di come sia in atto una strategia per fare uscire l’Inter allo scoperto: obiettivo suo, e quello della moglie Wanda, è dimostrare che la fascia di capitano gli è stata tolta proprio per facilitarne la cessione.
Mauro Icardi in azione con la maglia dell'Inter