© LaPresseTORINO - Non è il momento di scherzare, soprattutto di questi tempi, quando si parla di Corea del Nord. Ché la situazione internazionale, all’orizzonte socio-politico, preoccupa non poco le potenze mondiali e l’opinione pubblica. Ma qui si parla di pallone e anche questa è una cosa molto seria per Han Kwang-Son, professione attaccante. In due partite di serie B quattro gol, media stellare, a Perugia. Tutto qui? No, perché è stato il primo calciatore nordcoreano a realizzare una rete in serie A, qualche mese fa nel Cagliari che ne detiene la proprietà del cartellino. Sempre tutto qui? No, perché Han è un predestinato che ha già fatto parlare di sé. E non poteva non accorgersene la Juventus, società che fa della tempestività sui giovani un marchio di fabbrica. C’erano le “spie” bianconere al Curi domenica sera. Certo, anche per dare un’occhiata a qualche gioiellino del Pescara, reso ancora più prezioso dal lavoro a trazione anteriore di Zeman. Ma le attenzioni erano principalmente concentrate sul funambolo di Pyongyang, 19 anni da compiere l’11 settembre, dunque lunedì. Un predestinato che ha come stella polare un altro predestinato. Già perché, racconta il diretto interessato, in Corea del Nord non è che ci fosse grande possibilità di seguire in maniera approfondita la serie A. Il calcio italiano è diventato il pane quotidiano di Han a partire dal 2014, l’anno in cui è approdato a Perugia, la sua città del destino.