© PEGASO NEWSPORTMILANO - «Dove va Eusebio? Dove non c’è confusione e il Sassuolo da questo punto di vista - e non solo - è tra le prime in Italia. Io in questo momento ho in testa solo il Sassuolo e nient’altro». Alla fine, pure Di Francesco ha perso la pazienza. Non ha nominato Silvio Berlusconi (sarebbe stato un clamoroso autogol), però le sue parole, arrivate 24 ore dopo l’ultima esternazione presidenziale («Non credo che Conte o Di Francesco siano i nomi giusti per il futuro del Milan»), trovano facilmente un mittente. Non ci si deve stupire del fatto che l’allenatore del Sassuolo abbia i nervi a fior di pelle: nonostante Squinzi pur di coccolarlo, gli abbia offerto un triennale (l’attuale contratto con il club emiliano scade nel 2017), da un po’ Di Francesco si sente “virtualmente” sulla panchina del Milan, almeno da quando ha saputo del contatto tra Squinzi e lo stesso Berlusconi in cui quest’ultimo avrebbe informato l’amico dell’interessamento rossonero per il tecnico. Questo è il motivo per cui Di Francesco si è sentito spiazzato: mai avrebbe infatti immaginato che proprio da Berlusconi arrivasse una bocciatura così netta alla sua candidatura.
COME UN PICCOLO BARCA - Parole, quelle di Silvio, probabilmente figlie della necessità (per fini elettorali) di mantenere alta la tensione pure sul Milan (che fa notizia tanto quanto la politica). Quanto accaduto però dimostra come in società - non è una novità - stiano affiorando diverse correnti di pensiero sul discorso allenatore, posto che a Galliani non dispiacerebbe neppure mantenere in panchina Sinisa Mihajlovic dato che in tempi di carestia non è il massimo avere a libro paga più di un allenatore (e il Milan, almeno fino al 30 giugno, ne avrà tre, dato che Inzaghi e Seedorf continuano regolarmente a prendere lo stipendio). [...]