© www.imagephotoagency.itTORINO - E' stato per anni uno degli artefici principali dei successi del Milan di Berlusconi e, probabilmente, non è un caso che da quando ha lasciato Milanello per spostarsi in Catalogna assumendo il ruolo di direttore sportivo della squadra più forte del mondo, il Barcellona, nella bacheca della società di Via Aldo Rossi non sono entrati più trofei. Ariedo Braida ha parlato a Mediaset Premium, rilasciando un'intervista a tutto campo.
IL MOMENTO DEL CALCIO ITALIANO - Dopo la prematura eliminazione di tutte le squadre italiane dai tornei continentali, sono in molti a chiedersi quali siano le prospettive del calcio made in Italy: «Il calcio italiano vale al massimo gli ottavi di finale? Il questo momento purtroppo la realtà è questa. Poi chiaramente ogni anno si spera di fare sempre meglio, la Juve nella scorsa stagione è andata in finale, quest’anno però le squadre italiane sono state tutte eliminate. Vuol dire che abbiamo fatto un passo indietro. Non è soltanto una questione di soldi, ma sono la qualità e il gioco che contano. Alla fine il gioco paga: se si ha una squadra che pratica un buon calcio, alla fine ottieni i risultati. La fortuna ti aiuta a volte ma il gioco è la cosa più importante».
BARCELLONA - Il Barcellona dopo aver alzato la 'Coppa dalla Grandi orecchie' nello scorso giugno in finale con la Juventus, in questa stagione sembra addirittura essere migliorata: «Questa è una grande società, abbiamo una grande squadra con un grande allenatore. E’ difficile prevederlo ma bisogna sempre migliorarsi. Forse per un fatto d’età in difesa abbiamo bisogno di un giocatore, il reparto arretrato ha la maggiore criticità». Sui i tre fenomeni che i blaugrana possono schierare in attacco i quali oltre a dimostrare un incredibile affiatamento in campo sembrano molto amici anche fuori: «Si, sono molto amici. E’ tutto come si dice e come si vede».
POGBA - La scorsa estate Braida incontrò la dirigenza della Juventus per parlare di Paul Pogba, ma il no dei bianconeri fu categorico. La prossima estate il Barcellona ci riproverà, anche se dovrà vedersela con una concorrenza molto agguerrita: «Sicuramente andrà a giocare in una grande squadra anche se milita già in un top club. Se dovesse lasciare la Juve credo possa finire in una tra Manchester City, Psg o Barcellona».
IBRA - Altro pezzo pregiato del prossimo mercato estivo sarà un'altra vecchia conoscenza dell'ex dirigente del Milan, l'asso svedese della Zlatan Ibrahimovic: «Zlatan preferisce Milano rispetto a tutte le altre città, di questo sono sicuro: può darsi che possa scegliere la prossima squadra seguendo questa sua preferenza».