Liga, al via il torneo dei campioni d'Europa: Yamal e Alvarez, sfida al Real galactico

Parte il campionato in Spagna, Barcellona e Atletico rivali delle Merengues stellari con Mbappé ed Endrick. E occhio ai Paesi Baschi

È il campionato dei campioni d'Europa, e da qualche giorno lo è pure dei campioni olimpici. La Liga parte nel fine settimana e il tema è sempre, inesorabilmente quello che avevamo lasciato lì il 25 maggio scorso: chi fermerà il Real Madrid di Ancelotti? Lo scorso anno le merengues hanno vinto il titolo spagnolo numero 33 tenendo un passo regolare, sfiancante quasi subito per Barcellona e Atletico, con l'improbabile Girona capace di tenere il passo per due terzi buoni della stagione. In estate le mosse di mercato sono state due, molto diverse tra loro, a rispecchiare le due anime della filosofia di Florentino Perez. L'arrivo di Kylian Mbappè, che è prevedibilmente diventato già il parametro zero più caro della storia, rappresenta per il Real l'ennesima pietra preziosa di una corona ricchissima, mentre può essere visto per il francese come il grande bivio della sua carriera, l'occasione di entrare per davvero nella storia del calcio dopo, forse, un paio di stagioni di troppo al PSG. Dal punto di visto del puro cartellino, l'investimento grosso (35 milioni + potenziali 25 di bonus) è stato fatto sul brasiliano Endrick: 18 anni, numeri pazzeschi al Palmeiras, una Copa America vissuta in seconda fila, arriva nel solco di Vinicius, Rodrygo, ma anche Camavinga, Bellingham e Arda Guler. Il messaggio è chiaro: i migliori Under 20 al mondo devono arrivare al Real, a qualunque prezzo, e lì passarci gli anni migliori.

Le ambizioni di Barcellona e Atletico

Un concetto che può far sorridere chi ha ancora negli occhi Euro 2024 e le magie di Lamine Yamal, che quest'anno è atteso alla stagione della consacrazione definitiva con la maglia del Barcellona. Affidato a Flick dopo il tira e molla con Xavi, il Barça deve fare i conti con le solite assai poco piacevoli questioni finanziarie, che esattamente come l'anno scorso creano situazioni paradossali come quella di Dani Olmo. Una storia esemplare e per certi versi romantica, (almeno dal punto di vista del giocatore...): partito dalla Masia sedicenne per la Croazia, riportato a casa dieci anni dopo per 60 milioni di € dal RB Lipsia, già presentato e fotografato, ma non ancora inseribile in lista dal momento che i catalani non rientrano nei parametri finanziari stabiliti dal presidente della Liga Tebas. In questo contesto, considerando che oltre a Olmo ci sono altri quattro giocatori forzatamente fuori lista, vien difficile prendere sul serio l'ipotesi, su cui si insiste ormai da giugno, dell'arrivo di Nico Williams dall'Athletic Bilbao. Chi invece ha gettato la maschera, e vuole provare a non essere più solo la terza forza della Liga, è l'Atletico, che con l'acquisto di Julian Alvarez per 70 milioni dal Manchester City sta provando a scompaginare un po' di equilibri, in Spagna e in Europa. A Manchester Alvarez si sentiva chiuso da Haaland, al resto hanno pensato i vari De Paul, Molina, oltre ovviamente a Simeone e Griezmann: vieni qui, staremo bene insieme, questo il messaggio neanche troppo in codice che ha convinto la “Araña”- il ragno, questo il suo soprannome, immancabile da buon argentino – a raccogliere la sfida del Metropolitano, Con lui è arrivato anche Alexander Sorloth, figlio d'arte e lo scorso anno al Villarreal uno dei migliori uomini d'area della Liga. oltre a un Campione d'Europa come Robin Le Normand dalla Real Sociedad per sistemare la difesa. Tre colpi ben assestati, un ringiovanimento mirato (via Morata, Savic e Saul Niguez) e un messaggio chiarissimo: quest'anno ancora più del solito, ci sarà da fare i conti col Cholo.

Paesi Baschi al centro del villaggio Spagna

Nemmeno all'occhio più superficiale può essere sfuggito il fatto che la stagione 2023-24 abbia messo i Paesi Baschi al centro del mondo calcistico. Qui però non parliamo tanto della scuola di allenatori che tanto bene sta facendo in giro per l'Europa, quanto proprio delle due squadre simbolo: l'Athletic Bilbao e la Real Sociedad. Non solo 8 giocatori dei 26 della rosa di De la Fuente giocavano per le due squadre basche, ma la finale contro l'Inghilterra è stata decisa da due giocatori baschi: Nico Williams e Mikel Oyarzabal. Euro 2024 è stato il naturale punto di arrivo per i giocatori di due squadre capaci di offrire per tutta la scorsa stagione un calcio spumeggiante e redditizio: entrambe le squadre hanno conquistato in scioltezza il pass per l'Europa League, l'Athletic lo ha fatto non solo attraverso il campionato, ma anche vincendo la Coppa del Re dopo quarant'anni di attesa e scatenando un'incredibile festa di popolo sulle sponde del Nerviòn. Ora il difficile è confermarsi, soprattutto per l'Athletic coerentemente ancorato alla sua politica di tesseramento che più “local” non si può, e che prova a essere un baluardo sufficiente alle tentazioni del resto del mondo: chiedere a Nico Williams, tuttora concupito dal Barça. Ma che sul golfo di Biscaglia il calcio abbia una magia tutta particolare lo si è capito in questi giorni osservando la scelta di Martin Zubimendi, centrocampista della Real Sociedad che ha rinunciato alla ricca offerta del Liverpool per non voler lasciare la zona di comfort, dentro e fuori dal campo, di San Sebastian. Le due basche saranno le mine vaganti della Liga 2024-25 insieme al Girona, atteso al varco dopo una stagione sulla carta irripetibile, con il fresco oro olimpico Abel Ruiz che avrà il compito di surrogare i 24 goal di Artem Dovbyk della scorsa stagione. Una fila dietro troviamo Siviglia, Betis (che ha appena annunciato l'arrivo di Ricardo Rodriguez, svincolato dal Torino), Valencia e il Villarreal, rimessosi in carreggiata nello scorso girone di ritorno con Marcelino, ma con il problema di rimpiazzare in attacco Sorloth e i suoi 23 goal in campionato. Sarà la stagione del ritorno del Valladolid di Ronaldo (che da presidente ha messo il club in vendita, finora senza esito) e dell'Espanyol, che ritorna in Liga dopo un intermezzo in Segunda e riporta il derby a Barcellona. E sempre in tema di derby, ne ritorna pure un altro che più di nicchia non si può: Getafe-Leganes, due comuni a sud di Madrid i cui stadi distano tra loro appena 7 km. Anche questi dettagli rendono Madrid la capitale del calcio europeo.

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