Pagina 2 | Farioli: "L’Ajax è storia e tradizione, allenarlo è una responsabilità"

Farioli si appresta a vivere una nuova avventura sulla panchina di un club storico e blasonato come l'Ajax portando le sue idee sulla panchina dei Lancieri, reduci da 27 anni di guida tecnica esclusivamente olandese. Dall'esordio in Turchia con il Karagumuruk ed il passaggio all'Alanyaspor, alla qualificazione in Europa League con il Nizza nell'ultima stagione, con cui ha sfiorato anche l'accesso ai playoff per la prossima Champions League. L'Ajax, dopo una presenza costante nella massima competizione europea, non ne prenderà parte nella prossima stagione, per cui sarà compito di Farioli riportare i Lancieri nell'Europa che conta.

"Bisogna tornare a correre": la determinazione di Farioli

“È questione di giorni e saremo in campo; ora bisogna ricaricare le pile ed essere pronti a partire per questa avventura nuova e stimolante. Ci sarà bisogno di arrivare con carica ed energia. L’Ajax è storia, tradizione, idea di calcio e un modello". Sono queste le prime parole rilasciate dal tecnico, che ha sottolineato più volte l'importanza ed il blasone del suo nuovo club, continuando così: "È una delle poche squadre con un’identità così marcata, ha un calcio che mi ha portato a voler iniziare questa avventura. È un calcio che nasce da Cruijff, questo è alla base di tutto. Siamo in un momento storico dove la tradizione e la storia sono fondamentali, non devono essere un peso, ma uno stimolo e una responsabilità. Ci deve dare l’esempio di quello che è stato il passato e ci deve lasciare molto concentrati sul presente, sempre con un occhio sul futuro. Bisogna tornare a correre e a farlo con forza e con vigore perché ci attendono dietro l’angolo diverse sfide. Il 25 luglio avremo il preliminare di Europa League, poi l’inizio del campionato il 10/11 Agosto. Quando si inizia una nuova avventura - ha aggiunto - ci sono talmente tante cose da fare che non ci sarà neanche tempo di accorgerci che saremo già alla prima partita ufficiale con la voglia e il desiderio di tornare a correre e pedalare nella direzione giusta”.

Farioli interrompe la striscia di panchine olandesi

Il tecnico italiano sarà il primo allenatore straniero dei Lancieri dopo 27 anni: “È sicuramente una responsabilità e un valore in più che si aggiunge. Chiaramente la storia dell’Olanda come nazione calcistica e soprattutto in casa Ajax è qualcosa di chiaro ed evidente. Abbiamo citato Cruijff, ma non possiamo non citare Van Gaal che è stato un altrettanto importante riferimento del passato e del presente dell’Ajax; è un’altra delle figure iconiche che spero di potere incontrare presto perché è uno di quei mentori da cui si può imparare tanto e respirare quello che è davvero questa squadra. Confido nei primi giorni - ha sottolineato - di poter avere una bella chiacchierata con il mister e di capire quali sono gli step da fare. Il fatto di essere il primo italiano e uno dei pochi stranieri a poter allenare una squadra così importante, è per me una responsabilità in più che mi porta a entrare in punta di piedi con grande umiltà e rispetto per quello che l’Ajax è stato. Dall’altra parte la voglia e l’ambizione di cercare di portare un piccolo contributo, freschezza e idee e di continuare a correre rispetto a quella che è l’evoluzione continua dei calcio. Sfrutteremo i mille stimoli che riceviamo dalle competizioni che andiamo ad affrontare. Rimanere legati al dna della cultura e della storia con un occhio al futuro”.

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Dal Karagumruk all'esperienza al Nizza 

Non sono mancate le parole di Farioli sul suo passato più recente, soffermandosi sulla sua esperienza al club francese con il ds Ghisolfi:"È stata un'opportunità enorme. Sono sempre molto grato alle squadre che mi hanno dato l’opportunità di costruire il mio percorso e di vivere questa avventura. A partire dal Fatih Karagumruk per poi tornare al Alanyaspor e poi chiaramente allenare in un club che rientra nei top 5 campionati europei con la chiamata di Florent Ghisolfi. Ho cercato di farmi trovare pronto arrivando con un'idea di squadra, di quelli che erano i valori individuali dei giocatori e con una conoscenza discreta rispetto alle difficoltà e possibili problematiche del campionato. Penso sia fondamentale capire questo: informarsi, studiare,guardare le partite, chiedere e confrontarsi con i giocatori delle squadre che si andranno ad affrontare, costruirsi la propria idea e capire le necessità primarie. Nella prima settimana - ha raccontato - abbiamo fatto cinque colloqui che sono stati più degli interrogatori, molto precisi e mirati con molte domande che spaziavano dalla conoscenza della squadra alla conoscenza del campionato, alla mia idea di gioco e alla proposta che avrei voluto proporre con il mio gruppo di lavoro; e ancora sulla costruzione dello staff e poi tutto quello che è inerente alla parte gestionale, il rapportarsi in merito a determinate situazioni, le linee guida da seguire e il rapporto con i calciatori. Da lì a poco siamo partiti in questa cavalcata ricca di tanti momenti belli, un inizio di stagione un po’ complicato con tre pareggi e poi abbiamo avuto una serie incredibile di risultati. Abbiamo fatto diverse partite senza sconfitte con la soddisfazione di vincere in trasferta in due campi molto prestigiosi. Questo ci ha permesso di rimanere agganciati alla parte alta del campionato per un lungo periodo. L'obiettivo per noi era di rimanere il più in alto possibile accumulando più punti disponibili sapendo che tra gennaio e febbraio avremmo avuto molte difficoltà con diversi giocatori impegnati in coppa d’Africa. Per una rosa come la nostra, perdere 6 o 7 giocatori dello stesso ruolo è stata una problematica importante da affrontare. È arrivato il momento di flessione in quel periodo, ma poi fortunatamente - ha detto Farioli - ci siamo ripresi e abbiamo concluso raggiungendo l'obiettivo in campo e nella valorizzazione di giovani affermandosi in un campionato così importante".

Farioli: un passo alla volta per diventare grandi

Il tecnico italiano ha espresso anche il suo modus operandi, proiettandosi con le dovute precauzioni al futuro: "Sarò felice tra un anno se? Se saremo qui a parlare con lo stesso entusiasmo. Sono tante le emozioni, le aspettative e le ambizioni. Come ho detto prima, tutti i traguardi che ci mettiamo davanti saranno raggiungibili se saremo in grado di costruire un gruppo di lavoro coeso e che abbia voglia di rimboccarsi le maniche, avendo voglia di sudare per una maglia prestigiosa: credo che indossare una maglia così possa essere qualcosa di eccezionale per qualsiasi calciatore. Dalla creazione di questo gruppo andranno aggiunte idee, proposte, la volontà di allenarsi bene e tanto, provando a lavorare più e meglio degli altri. I conti si fanno alla fine, pensare oggi di guardare troppo lontano è complicato. Il mio target oggi è il 18 di giugno, andando avanti passo dopo passo. Alla fine, per quello che è la mia esperienza - ha concluso - quando ho guardato troppo lontano ho fatto fatica. Guardando passo dopo passo ho avuto i momenti migliori, con grandi soddisfazioni che mi hanno permesso di andare avanti nel mio percorso. Spero di avere ancora l'umiltà per rimanere nel giorno per giorno, che è la cosa più importante e che spero di trasmettere al nuovo gruppo di calciatori che incontreremo”.

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Dal Karagumruk all'esperienza al Nizza 

Non sono mancate le parole di Farioli sul suo passato più recente, soffermandosi sulla sua esperienza al club francese con il ds Ghisolfi:"È stata un'opportunità enorme. Sono sempre molto grato alle squadre che mi hanno dato l’opportunità di costruire il mio percorso e di vivere questa avventura. A partire dal Fatih Karagumruk per poi tornare al Alanyaspor e poi chiaramente allenare in un club che rientra nei top 5 campionati europei con la chiamata di Florent Ghisolfi. Ho cercato di farmi trovare pronto arrivando con un'idea di squadra, di quelli che erano i valori individuali dei giocatori e con una conoscenza discreta rispetto alle difficoltà e possibili problematiche del campionato. Penso sia fondamentale capire questo: informarsi, studiare,guardare le partite, chiedere e confrontarsi con i giocatori delle squadre che si andranno ad affrontare, costruirsi la propria idea e capire le necessità primarie. Nella prima settimana - ha raccontato - abbiamo fatto cinque colloqui che sono stati più degli interrogatori, molto precisi e mirati con molte domande che spaziavano dalla conoscenza della squadra alla conoscenza del campionato, alla mia idea di gioco e alla proposta che avrei voluto proporre con il mio gruppo di lavoro; e ancora sulla costruzione dello staff e poi tutto quello che è inerente alla parte gestionale, il rapportarsi in merito a determinate situazioni, le linee guida da seguire e il rapporto con i calciatori. Da lì a poco siamo partiti in questa cavalcata ricca di tanti momenti belli, un inizio di stagione un po’ complicato con tre pareggi e poi abbiamo avuto una serie incredibile di risultati. Abbiamo fatto diverse partite senza sconfitte con la soddisfazione di vincere in trasferta in due campi molto prestigiosi. Questo ci ha permesso di rimanere agganciati alla parte alta del campionato per un lungo periodo. L'obiettivo per noi era di rimanere il più in alto possibile accumulando più punti disponibili sapendo che tra gennaio e febbraio avremmo avuto molte difficoltà con diversi giocatori impegnati in coppa d’Africa. Per una rosa come la nostra, perdere 6 o 7 giocatori dello stesso ruolo è stata una problematica importante da affrontare. È arrivato il momento di flessione in quel periodo, ma poi fortunatamente - ha detto Farioli - ci siamo ripresi e abbiamo concluso raggiungendo l'obiettivo in campo e nella valorizzazione di giovani affermandosi in un campionato così importante".

Farioli: un passo alla volta per diventare grandi

Il tecnico italiano ha espresso anche il suo modus operandi, proiettandosi con le dovute precauzioni al futuro: "Sarò felice tra un anno se? Se saremo qui a parlare con lo stesso entusiasmo. Sono tante le emozioni, le aspettative e le ambizioni. Come ho detto prima, tutti i traguardi che ci mettiamo davanti saranno raggiungibili se saremo in grado di costruire un gruppo di lavoro coeso e che abbia voglia di rimboccarsi le maniche, avendo voglia di sudare per una maglia prestigiosa: credo che indossare una maglia così possa essere qualcosa di eccezionale per qualsiasi calciatore. Dalla creazione di questo gruppo andranno aggiunte idee, proposte, la volontà di allenarsi bene e tanto, provando a lavorare più e meglio degli altri. I conti si fanno alla fine, pensare oggi di guardare troppo lontano è complicato. Il mio target oggi è il 18 di giugno, andando avanti passo dopo passo. Alla fine, per quello che è la mia esperienza - ha concluso - quando ho guardato troppo lontano ho fatto fatica. Guardando passo dopo passo ho avuto i momenti migliori, con grandi soddisfazioni che mi hanno permesso di andare avanti nel mio percorso. Spero di avere ancora l'umiltà per rimanere nel giorno per giorno, che è la cosa più importante e che spero di trasmettere al nuovo gruppo di calciatori che incontreremo”.

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