Estevao meravigliao e tutti i suoi fratelli 

È scattata la Coppa Libertadores, fase a gironi: ecco i talenti da non perdere. l brasiliano e Kendry Paez già prenotati
Estevao meravigliao e tutti i suoi fratelli © getty images

La Libertadores è da sempre un palcoscenico unico per mettersi in mostra. Una ribalta internazionale per i talenti del Sudamerica che vogliono alzare la loro coppa dei campioni. Certo, rispetto al passato i più sono noti. Anzi, sono già prenotati dalle squadre europee che contano. Sulla scia di quanto avvenuto con Vinicius Jr a suo tempo - il Real Madrid bloccò il brasiliano allora quattordicenne -, i club del Vecchio Continente lavorano con buon anticipo, mettendo sul piatto cifre astronomiche per ragazzini che poi saranno ingaggiati una volta compiuta la maggiore età. Con rischi annessi, ovvio. 

Estevao, l'ultimo dei fenomeni

Estevao è l’ultimo dei fenomeni con un futuro indirizzato. Il brasiliano del Palmeiras - nome completo Estevao Willian Almeida de Oliveira Gonçalves - ha 17 anni e sarà inserito nel nuovo Chelsea per la prossima stagione, grazie a un accordo da 60 milioni. Precoce, precocissimo l’attaccante che sguscia come un’anguilla, veloce e con una tecnica sopraffina, tanto che a dieci anni era già sotto contratto con la Nike. La nazionale verdeoro allo sbando punterà su di lui per rinverdire i fasti del passato (ha già esordito nella Seleçao...). Intanto se lo gode, ancora per qualche mese, Palestra Italia. Lo chiamano Messinho, il mancino che incanta e che ama giocare a destra. Raccontano che aveva tre anni e mezzo quando fu inserito nella prima squadra alla Tok de Bola, facendo un’eccezione: troppo bravo, con una capacità innata di palleggio, per aspettare. Poi ha collezionato record su record, togliendone uno a sua maestà Neymar (18 partecipazioni a un’azione da gol, con 10 reti e otto passaggi decisivi, nella Serie A brasiliana: il tutto a 17 anni appena). Di certo, il Palmeiras si sta distinguendo nel lancio di campioncini aggiusta-bilancio. Estevao segue infatti Endrick, attuale riserva decisiva nel Real Madrid di Carlo Ancelotti.

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I talenti della Libertadores

È tornato in Brasile, invece, Vitor Roque, che in Spagna con il Barcellona non è riuscito a imporsi. È ternato a casa, al sopracitato Palmeiras, compagno quindi di Estevao, ma anche di Paulinho e Veiga, altri giocatori di livello assoluto. Il suo prezzo ora è calato a 20 milioni e chissà se saprà rilanciarsi. Nel Flamengo si coccolano Wesley e Lorran, nel Botafogo Igor Jesus che ha una storia particolare: per quattro stagioni è “sparito” negli Emirati, per poi rinascere con la maglia del Fogao. Ma i brasiliani - si sa - vanno e vengono con facilità negli ultimi anni. Tocca alle italiane, spesso, rivitalizzarli. In Argentina, quanto a calciatori e classe, badano di più al sodo. E va di moda il biondo d’oro. Franco Mastantuono, 17 anni, trequartista del River Plate dal piede sinistro magico. Già adocchiato da chi se ne intende: i soliti, dal Real al Barcellona, dall’Inter al Milan, dal Manchester United all’Atletico Madrid. Sfida da giganti per il minorenne accostato a Foden come stile di gioco: 15 milioni non bastano più e la cifra è più che raddoppiata (si parla di una clausola da 40, inserita nel suo contratto e pagabile in due rate). Originario di Azul, fin da piccolino ha giocato anche a tennis, tanto da rifiutare le prime offerte del River: non voleva scegliere quale sport lasciare. Poi, quando i Millonarios sono tornati alla carica, ha detto sì. E ha conquistato il Monumental a suon di giocate e di gol-gioiello: il primo un anno fa, nel successo per 3-0 in Copa Argentina contro l’Excursionistas, diventando il più giovane marcatore di sempre del River (superato nientemeno che Javier Saviola). 

La stellina Kendy Paez

Un’altra stellina attesa è Kendry Paez, centrocampista offensivo dell’Independiente del Valle. Ha 17 anni ed è un primatista assoluto in Ecuador: il goleador più in erba (25 febbraio 2023, a segno nel 3-1 contro il Mushuc Runa). Il Chelsea, anche qui, ha preceduto la concorrenza: l’ha comprato e forse già reclutato per il Mondiale per Club di giugno negli Stati Uniti. Nel frattempo sono tutti attesi in campo nella Libertadores - è scattata la fase a gironi - che promette scintille. 

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La Libertadores è da sempre un palcoscenico unico per mettersi in mostra. Una ribalta internazionale per i talenti del Sudamerica che vogliono alzare la loro coppa dei campioni. Certo, rispetto al passato i più sono noti. Anzi, sono già prenotati dalle squadre europee che contano. Sulla scia di quanto avvenuto con Vinicius Jr a suo tempo - il Real Madrid bloccò il brasiliano allora quattordicenne -, i club del Vecchio Continente lavorano con buon anticipo, mettendo sul piatto cifre astronomiche per ragazzini che poi saranno ingaggiati una volta compiuta la maggiore età. Con rischi annessi, ovvio. 

Estevao, l'ultimo dei fenomeni

Estevao è l’ultimo dei fenomeni con un futuro indirizzato. Il brasiliano del Palmeiras - nome completo Estevao Willian Almeida de Oliveira Gonçalves - ha 17 anni e sarà inserito nel nuovo Chelsea per la prossima stagione, grazie a un accordo da 60 milioni. Precoce, precocissimo l’attaccante che sguscia come un’anguilla, veloce e con una tecnica sopraffina, tanto che a dieci anni era già sotto contratto con la Nike. La nazionale verdeoro allo sbando punterà su di lui per rinverdire i fasti del passato (ha già esordito nella Seleçao...). Intanto se lo gode, ancora per qualche mese, Palestra Italia. Lo chiamano Messinho, il mancino che incanta e che ama giocare a destra. Raccontano che aveva tre anni e mezzo quando fu inserito nella prima squadra alla Tok de Bola, facendo un’eccezione: troppo bravo, con una capacità innata di palleggio, per aspettare. Poi ha collezionato record su record, togliendone uno a sua maestà Neymar (18 partecipazioni a un’azione da gol, con 10 reti e otto passaggi decisivi, nella Serie A brasiliana: il tutto a 17 anni appena). Di certo, il Palmeiras si sta distinguendo nel lancio di campioncini aggiusta-bilancio. Estevao segue infatti Endrick, attuale riserva decisiva nel Real Madrid di Carlo Ancelotti.

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