Pagina 0 | Mancini, addio Arabia? È scontro con tifosi e giocatori: "Inaccettabile"

Pari, rabbia e polemiche. Di certo Roberto Mancini non immaginava così la sua avventura sulla panchina dell’Arabia Saudita. Ma tra risultati che non arrivano, giocatori che sembrano non seguirlo e tifosi in rivolta, l’avventura del Mancio nel calcio dei petrodollari sembra sempre più vicina a concludersi. Il pari contro il Bahrain potrebbe essere la goccia che fa traboccare un vaso ormai colmo. Perché i sauditi sono terzi nella classifica di qualificazione al prossimo Mondiale, i punti raccolti sono meno di quelli che si aspettavano gli sceicchi e l’aria intorno all’ex ct azzurro è di tempesta. Attorno a Mancini sembra essersi creato un vuoto rassegnato, mentre l’opinione pubblica gli dà contro a ogni vittoria che non arriva, con i giornalisti che non perdono occasione di muovergli critiche a ogni apparizione.

Le parole di Mancini

«È troppo facile dare la colpa all’allenatore, i giocatori devono prendersi delle responsabilità. I miglioramenti si vedono se i giocatori mettono in campo della qualità, se ce l’hanno», ha risposto Mancini in conferenza post gara dopo il Bahrain. Già a fine gara, peraltro, alcuni tifosi (quelli rimasti, perché una parte aveva abbandonato lo stadio prima della fine dell’incontro) avevano beccato il tecnico, con Mancini che si era lanciato in un inequivocabile gesto, mandandoli a quel paese. Ma se la situazione con tifosi e giornalisti (che gli hanno pure rinfacciato di prendere troppi soldi) è ormai compromessa, pure con lo spogliatoio sembra non esserci sintonia. I rapporti con i giocatori non sono mai stati idilliaci, fin da quando alle prime apparizioni in panchina il ct aveva deciso di lasciare fuori alcuni senatori.

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Mancini, situazione compromessa

Evidentemente, i contrasti non sono mai stati sanati, se è vero che dopo la sconfitta di giovedì scorso con il Giappone il difensore Ali Lajami aveva etichettato le dichiarazioni dell’allenatore italiano come frutto di una «mentalità disfattista», quando Mancini aveva detto che in questo momento l’Arabia non può competere con Nazionali più blasonate. Martedì nel mirino di Mancini è finito pure Al Dawsari, reo di aver sbagliato un rigore al 20’, ed è il quinto su nove tirati con la nazionale. Insomma, alla fine pure al capo della Federazione saudita, Yasser Al Misehal, che finora aveva fatto scudo, non è rimasto che ammettere: «Dobbiamo scusarci con i nostri tifosi che ci supportano. È una situazione inaccettabile, abbiamo fatto due punti nelle ultime tre partite casalinghe. Prenderemo una decisione». Ammettendo cioè che l’addio a Mancini è un’ipotesi concreta.

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