Così Lamine Yamal si prende 'la 10' della Spagna

Assente Dani Olmo, il numero più significativo del calcio va al talento 17enne. De la Fuente: "Lo ha toccato la mano di Dio, ma non deve andare più veloce di quanto dovrebbe"
Così Lamine Yamal si prende 'la 10' della Spagna© Getty Images

BARCELLONA - Era solo questione di tempo. Al Barcellona il rispetto per le gerarchie gli aveva impedito, la scorsa estate, di prendere il numero 10 che, per anzianità, toccava a Ansu Fati, sebbene già allora non ci fossero dubbi sui ruoli in squadra. Dei due, l'unico titolare indiscutibile sarebbe stato Lamine Yamal. In Nazionale, invece, tra il giovanissimo fuoriclasse di Rocafonda e la maglia più ambita c'era - e c'è ancora - Dani Olmo, campione d'Europa proprio come lui e da quest'anno anche compagno di squadra al Barça. L'ex trequartista del Lipsia, tuttavia, è stato costretto a saltare questo giro di giostra per un infortunio, ragion per cui per Lamine è stato quasi naturale ricevere in eredità la camiseta con il dieci sulla schiena che indosserà per la prima volta, stasera, a Cordoba contro la Danimarca (nel primo dei due impegni di Nations cui seguirà, martedì, la Serbia). La prima di tante: «Lamine ha un talento enorme. È un fenomeno e quello che fa è quasi inquietante. Ho tanta voglia di giocare contro di lui», ha ammesso il difensore danese dell'Eintracht, Rasmus Kristensen.

Yamal, un avvio di stagione impressionante

L'avvio di stagione del crack blaugrana è stato talmente impressionante, al di là dei 5 gol e degli altrettanti assist in 11 incontri che Transfermarkt, portale specializzato in mercato, nell’aggiornamento autunnale ha fatto lievitare fino a 150 milioni la valutazione. Un dato storico considerato che nessun altro calciatore spagnolo era arrivato a una cifra del genere e lui ci è riuscito a 17 anni: «Lamine è stato toccato dalla mano di Dio, ma non deve commettere l'errore di voler camminare più veloce di quanto dovrebbe», ha sottolineato Luis De la Fuente che recupera un Alvaro Morata che, per sua stessa ammissione, da quando è al Milan, è «felice, perché quando uno si sente importante è felice». Di fronte al ct riojano ci sarà il sostituto del sostituto. Lars Knudsen, infatti, avrebbe dovuto essere il secondo di Morten Wieghorst che, dopo l'Europeo di Germania, ha preso il posto dell'altro Morten, Hjulmand, di cui era assistente. La questione è che Wieghorst è stato costretto ai box dallo stress e, sebbene ora stia meglio, la federazione ha deciso di lasciare la squadra per le prossime due partite in mano a Knudsen, reduce da due vittorie su due a settembre.

Problemi al Campo Nou

In attesa di riaprire le proprie porte ai campioni del pallone, il cantiere del Camp Nou è stato nuovamente (anfi)teatro di uno spettacolo più degno di un colosseo che non di uno stadio di calcio. Ieri rissa tra una ventina di operai che spranghe in mano se le sono date di santa ragione manco fossero sulla 56esima strada. Risultato? Tutti licenziati.

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