Da Maradona e Ronaldo a Rooney e Richarlison: i tatuaggi dei calciatori sui... calciatori

Quasi tutti i giocatori hanno disegni con significati diversi su tutto il corpo, alcuni dei loro idoli pallonari e Maradona stravince
Da Maradona e Ronaldo a Rooney e Richarlison: i tatuaggi dei calciatori sui... calciatori© Getty Images

Il tatuaggio nell’opinione pubblica non gode, generalmente, di grande rispetto. È spesso visto come qualcosa che appartiene a una subcultura metropolitana, di periferia, borderline se non addirittura dichiaratamente criminale. Ma se una volta era una scelta di pochi, oggi è una scelta di tanti, soprattutto dei giovani, che decidono di raccontare e raccontarsi attraverso questi disegni, più o meno belli a seconda della bravura del tatuatore, su tutto il corpo, dal viso ai piedi, senza chiedersi cosa ne sarà un giorno di quel corpo vecchio e raggrinzito pieno di colori e disegni meno visibili e meno patinati di un tempo. Alcuni dei tatuatori più famosi al mondo hanno affermato che i veri tatuaggi sono solo quelli dei criminali, appunto, perché raccontano storie vere, profonde, perché attraverso di essi si può intuire la vicenda che sta alle spalle di ognuno di loro. D’accordo o meno, il tatuaggio è una delle tante arti e come tale, e come moda, da due decenni ormai è entrato anche nel mondo dello sport, del calcio in particolare. Generalmente sono i tifosi che si tatuano i propri idoli, sul cuore, i polpacci, la schiena, se non addirittura il logo della squadra preferita, perché, si sa, nella vita si può cambiare tutto ma non i colori che ci fanno palpitare. 

Maradona è meglio ’e Pelé

La moda nella moda è quella di calciatori famosi che si sono tatuati altri calciatori, ancora più famosi. Sono i loro idoli d’infanzia e adolescenza, l’esempio che hanno seguito per diventare dei campioni, ma quando si mettono in fila si comprende subito che questo onore è riservato a pochi e che c’è un fuoriclasse che stravince in questa speciale classifica: Diego Armando Maradona. L’argentino non ha rappresentato solo il calcio, ma un modo di interpretarlo e di interpretare pure la ribellione contro i poteri di questo sport e sono davvero tanti i colleghi più giovani che hanno deciso di tatuarselo addosso, come a renderlo ancora più immortale di quello che già è, come a sentirlo dentro, come se potesse in qualche modo trasmettergli quel genio che è stato sui campi di calcio. Ed ecco la lista di chi lo ha scelto per portarlo sempre con sé: Ezequiel Lavezzi (ex Napoli e Psg); Gaspar Servio (ex Guaranì e Rosario Central, tra le altre) il quale si è fatto un tatuaggio di Maradona mentre giocava con lui nei Dorados, allora nella Seconda divisione messicana; Ricardo Centurión (Vélez Sarsfield); Lucho González (Athletico Paranaense), che Maradona richiamò in Nazionale dopo che si era già fatto il tatuaggio; Santiago Ascacíbar (Estudiantes), il quale ha ricevuto un video di ringraziamento da Diego dopo la presentazione pubblica del tatuaggio; Pablo Hernández (ex di Valencia, Rayo Vallecano e Leeds Utd, tra gli altri); Lorenzo Insigne che si è fatto il tatuaggio in omaggio al suo idolo dopo la morte di Diego; Agustín Sández (Rosario Central); Marcos Rojo (Boca Juniors). 

CR7 e gli altri

Yamila Rodríguez è Nazionale argentina e attaccante del Palmeiras femminile. La ventiseienne di Posadas ha deciso di tatuarsi Maradona e Cristiano Ronaldo sulla stessa gamba, ricevendo per questo tante critiche, soprattutto in patria, come se avesse disonorato l’Iglesia Maradoniana. Ma, nonostante l’idea che gli argentini hanno del calcio, c’è vita e ci sono tatuaggi oltre il D10S. Il giovane attaccante esterno finlandese Topi Keskinen, per esempio, arrivato questa estate all’Aberdeen dall’HJK Helsinki, si tatuato sul braccio Wayne Rooney che lancia una canna da pesca: «Sono un fan di Wayne Rooney da quando ero bambino e amo pescare – ha detto Keskinen –. Se mi faccio dei tatuaggi, voglio che significhino qualcosa!»; giustamente, anche se i riferimenti erano abbastanza chiari e comprensibili. Infine, una chicca che riguarda l’attaccante brasiliano Richarlison de Andrade, attualmente in forza al Tottenham. Maggiore di cinque figli – ha due fratelli e due sorelle –, il padre lavorava le pietre mentre la madre è una gelataia; è cresciuto in quartieri poveri e malfamati. Lavorava già da piccolo, vendendo dolci e gelati, oppure aiutando il nonno nei campi da caffè. La sua passione per il calcio lo ha tenuto lontano dalla criminalità. Ma non dai tatuaggi: scherziamo. La particolarità in questo caso è che il calciatore si è fatto tatuare sulla schiena Neymar, Ronaldo il Fenomeno e sé stesso, già. Lasciandoci indecisi se si sente forte come loro o spera di diventare un giorno come i due idoli brasiliani: una ha vinto la Champions l’altro il Mondiale. Beh, Richarlison la Copa America e l’oro olimpico, capocannoniere con 5 reti a Tokyo, con il Brasile, portando sé stesso e gli altri sulla schiena. Avanti il prossimo… tatuaggio.

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