Zambrotta, il peso di Lippi e il fuoriclasse: "Non mi faceva vedere una palla"

L'ex bianconero e campione del mondo con la Nazionale, ha riavvolto il nastro di alcuni dei momenti più significativi della propria carriera

"Il calcio è cambiato oggi, ma non per il numero di gare disputate. Dieci anni fa i giocatori giocavano dalle settanta alle ottanta partite l'anno, quindi il dato si avvicina molto a quello attuale, è cambiata però l'intensità del gioco, è molto più fisico e il calciatore deve essere un atleta a 360 gradi, curando dall'alimentazione, al riposo, al sonno". Sono le parole Gianluca Zambrotta, che ai microfoni di Radio Serie A ha ripercorso alcuni dei momenti più significativi della propria carriera. In forza alla Juve dal 1999 al 2006, l'ex terzino ha raggiunto Barcellona nell'estate di calciopoli e del mondiale vinto sotto la guida di Marcello Lippi. Con i blaugrana, Zambrotta ha disaputato due stagioni. Poi il ritorno in Italia con la maglia del Milan e l'ultima esperienza al Chiasso prima del ritiro nel 2013.

Zambrotta: "Lippi mi ha cambiato la carriera"

"Il tempo è una chiave fondamentale per poter preparare le partite dal punto di vista tattico, atletico e mentale - ha dichiarato l'ex bianconero - . Se vuoi una squadra forte, ti devi allenare forte; se vuoi una squadra intensa i tuoi allenamenti dovranno essere intensi e così via. Sono stato per una piccola parentesi allenatore. Per un tecnico è importante avere due tre giocatori che possano ricoprire più ruoli. Nella Primavera del Como giocavo seconda punta. Ho praticamente giocato ovunque. Anche centrocampista a tre con Davids e Tacchinardi alla Juventus. Lippi credo abbia fatto la scelta giusta. Farmi giocare basso nei quattro difensori mi ha cambiato la carriera". Zambrotta ha poi ricordato gli anni della militanza nel Barcellona di Messi, Iniesta, Xavi e Ronaldinho. Inoltre, il campione del mondo nel 2006, ha fatto i nomi dei giocatori in cui si rivede oggi. 

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Zambrotta: "Messi già di un altro pianeta"

"Nel 2006 Messi, il più forte nella sua era per me, era un talento puro, già di un altro pianeta. Anche gli altri tre extraterrestri, Xavi, Iniesta e Ronaldinho. Sempre allegri, disponibili, ragazzi eccezionali. Le cose più difficili le facevano diventare facili con la palla. Ho avuto la fortuna di vederli tutti i giorni in allenamento. Arrivavo dopo il mondiale, ero forte mentalmente e tecnicamente. Una volta ho provato a marcare Xavi in allenamento, non ho visto una palla. Sono giocatori che farebbero la differenza anche oggi. La qualità supera sempre la fisicità. Con Ronaldinho ci siamo ritrovati anche al Milan".

Zambrotta: "Ecco in chi mi rivedo oggi"

"Io correvo, andavo nello spazio, spingevo. Queste caratteristiche le vedo in Bellanova. Ce ne sono pochi così. Un altro potrebbe essere Spinazzola. Loro due si avvicinano molto a come ero io. Oggi però il terzino è molto più tecnico e offensivo. Theo Hernandez e Dimarco sono gli esempi. Mi sono accorto già di questo cambio di interpretazione del ruolo nel Barcellona di Guardiola", ha aggiunto Zambrotta, che ha poi risposto sul proprio ruolo all'interno della Figc. "Oggi sono nel Settore Tecnico della FIGC con Demetrio Albertini per affiancare Direttori, Allenatori e Responsabili nella crescita dei nostri giovani. Sono Ambassador di Lega Serie A che rappresento nel mondo. Sono stato un po' il pioniere insieme ad Albertini e Locatelli della diffusione del Padel in Italia e ho diversi progetti che stanno avanzando nel migliore dei modi, compresi un centro sportivo e una scuola calcio vicino a Como, a casa mia", ha concluso l'ex esterno della Nazionale.

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"Il calcio è cambiato oggi, ma non per il numero di gare disputate. Dieci anni fa i giocatori giocavano dalle settanta alle ottanta partite l'anno, quindi il dato si avvicina molto a quello attuale, è cambiata però l'intensità del gioco, è molto più fisico e il calciatore deve essere un atleta a 360 gradi, curando dall'alimentazione, al riposo, al sonno". Sono le parole Gianluca Zambrotta, che ai microfoni di Radio Serie A ha ripercorso alcuni dei momenti più significativi della propria carriera. In forza alla Juve dal 1999 al 2006, l'ex terzino ha raggiunto Barcellona nell'estate di calciopoli e del mondiale vinto sotto la guida di Marcello Lippi. Con i blaugrana, Zambrotta ha disaputato due stagioni. Poi il ritorno in Italia con la maglia del Milan e l'ultima esperienza al Chiasso prima del ritiro nel 2013.

Zambrotta: "Lippi mi ha cambiato la carriera"

"Il tempo è una chiave fondamentale per poter preparare le partite dal punto di vista tattico, atletico e mentale - ha dichiarato l'ex bianconero - . Se vuoi una squadra forte, ti devi allenare forte; se vuoi una squadra intensa i tuoi allenamenti dovranno essere intensi e così via. Sono stato per una piccola parentesi allenatore. Per un tecnico è importante avere due tre giocatori che possano ricoprire più ruoli. Nella Primavera del Como giocavo seconda punta. Ho praticamente giocato ovunque. Anche centrocampista a tre con Davids e Tacchinardi alla Juventus. Lippi credo abbia fatto la scelta giusta. Farmi giocare basso nei quattro difensori mi ha cambiato la carriera". Zambrotta ha poi ricordato gli anni della militanza nel Barcellona di Messi, Iniesta, Xavi e Ronaldinho. Inoltre, il campione del mondo nel 2006, ha fatto i nomi dei giocatori in cui si rivede oggi. 

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