Inter e Milan, si rischia l’amministrazione giudiziaria: di cosa si tratta

A margine dei 18 arresti, i pm impongono alle società di troncare con gli ultrà. Il procuratore Chinè apre un fascicolo

Inter e Milan dovranno ora dimostrare di aver chiuso i loro legami con le curve. Altrimenti rischiano l’amministrazione giudiziaria, vale a dire che uomini scelti dal tribunale affianchino i dirigenti dei club per far sì che questi vengano gestiti correttamente. È la possibile conseguenza del “procedimento di prevenzione” attivato dalla Procura di Milano in seguito all’inchiesta sulle infiltrazioni criminali nel tifo organizzato milanese. Inter e Milan si sono resi immediatamente disponibili a collaborare con gli inquirenti per fornire qualsiasi documentazione e informazione richiesta per evitare il rischio di un “commissariamento”. Le due società non sono indagate sotto il profilo penale, anzi, come ha dichiarato il Procuratore di Milano Marcello Viola «sono da considerarsi parti danneggiate», però questi ha aggiunto che «siamo certi della collaborazione che vorranno prestare per la soluzione di eventuali criticità». Il Milan, in tal senso, ha subito diramato una nota ufficiale: “In merito alle indagini che coinvolgono esponenti delle tifoserie organizzate, il club rossonero si è immediatamente reso disponibile a collaborare con gli inquirenti, per fornire qualsiasi documentazione e informazione richiesta”, mentre l’Inter ha espresso - a livello informale - analoghi concetti che verranno sviluppati dal presidente Marotta prima della gara con la Stella Rossa.

Una fotografia inquietante

Più che “criticità”, un vero terremoto che ha travolto soprattutto l’Inter, non fosse altro perché buona parte delle 568 pagine dell’ordinanza del giudice per le indagini preliminari Domenico Santoro riguarda la curva nord. E la fotografia che ne esce è inquietante: “Le indagini condotte hanno evidenziato che l’Inter si trova in una situazione di sudditanza nei confronti degli esponenti della curva nord, finendo, di fatto, per agevolarli seppur obtorto collo. E, rispetto al 2019 e 2020 la situazione, a oggi, non è per nulla mutata (se non peggiorata) ... Nel mondo della curva nord interessi di natura economica, speculazioni e condotte delittuose ascrivibili all’ordinaria dinamica degli stadi si coniugano con le attenzioni della ndrangheta sul mondo del tifo organizzato ... Non meno preoccupante, specie per l’impressionante carica violenta che connota le azioni dei soggetti indagati, lo spaccato che concerne la curva sud. In questo caso, al di là delle condotte dirette ad acquisire introiti economici svelate dalle indagini (tratto comune a entrambi i sodalizi), emergono un’inquietante vocazione all’aggressione di numerosi adepti del sodalizio”. Le due tifoserie sono “unite da un patto di non belligeranza” caratterizzato da legami fra gli apicali esponenti delle curve al fine di conseguire profitto, in un contesto in cui la passione sportiva appare mero pretesto per governare sinergicamente ogni possibile introito. Un ulteriore, inquietante, aspetto riguarda, infine, il controllo dei parcheggi del Meazza” ... dove “si è creato un legame di reciproco vantaggio fra imprenditori e soggetti contigui sia alla sopra descritta gestione del tifo organizzato sia alla criminalità organizzata di matrice calabrese”.

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Si muove pure Chiné

Come da prassi, si è mossa anche la giustizia sportiva, con il procuratore della Figc, Giuseppe Chinè, che ha chiesto le carte ai pm milanesi. L’esame delle ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip e degli atti di indagine non coperti da segreto permetterà agli inquirenti federali di verificare eventuali condotte “rilevanti” per l’ordinamento sportivo, da parte delle due società milanesi o di loro tesserati. Nel codice di giustizia sportiva della Federcalcio sono previste precise fattispecie che mettono paletti ai rapporti tra le società e/o tesserati e le tifoserie - in particolare in alcuni commi degli articoli 25, “Prevenzione di fatti violenti”, e 27 “Regolamentazione della cessione dei titoli di accesso alle manifestazioni” - ed eventuali violazioni possono portare a squalifiche, inibizioni o multe. Il tutto senza dimenticare quanto recita l’articolo 4 del Codice Figc, circa i “principi della lealtà, della correttezza e della probità in ogni rapporto comunque riferibile all’attività sportiva”.

Il precedente della Juve

Nel 2017, a seguito dell’inchiesta Alto Piemonte, Andrea Agnelli fu inizialmente inibito per un anno, con 300mila euro di multa alla Juventus, inibizione ridotta a tre mesi in appello quando però furono aumentate le ammende: 100mila euro al presidente e 600mila al club (annullate le sanzioni per tutti i dirigenti, tranne che per l’ex direttore commerciale Calvo, inibito per un anno).

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Inter e Milan dovranno ora dimostrare di aver chiuso i loro legami con le curve. Altrimenti rischiano l’amministrazione giudiziaria, vale a dire che uomini scelti dal tribunale affianchino i dirigenti dei club per far sì che questi vengano gestiti correttamente. È la possibile conseguenza del “procedimento di prevenzione” attivato dalla Procura di Milano in seguito all’inchiesta sulle infiltrazioni criminali nel tifo organizzato milanese. Inter e Milan si sono resi immediatamente disponibili a collaborare con gli inquirenti per fornire qualsiasi documentazione e informazione richiesta per evitare il rischio di un “commissariamento”. Le due società non sono indagate sotto il profilo penale, anzi, come ha dichiarato il Procuratore di Milano Marcello Viola «sono da considerarsi parti danneggiate», però questi ha aggiunto che «siamo certi della collaborazione che vorranno prestare per la soluzione di eventuali criticità». Il Milan, in tal senso, ha subito diramato una nota ufficiale: “In merito alle indagini che coinvolgono esponenti delle tifoserie organizzate, il club rossonero si è immediatamente reso disponibile a collaborare con gli inquirenti, per fornire qualsiasi documentazione e informazione richiesta”, mentre l’Inter ha espresso - a livello informale - analoghi concetti che verranno sviluppati dal presidente Marotta prima della gara con la Stella Rossa.

Una fotografia inquietante

Più che “criticità”, un vero terremoto che ha travolto soprattutto l’Inter, non fosse altro perché buona parte delle 568 pagine dell’ordinanza del giudice per le indagini preliminari Domenico Santoro riguarda la curva nord. E la fotografia che ne esce è inquietante: “Le indagini condotte hanno evidenziato che l’Inter si trova in una situazione di sudditanza nei confronti degli esponenti della curva nord, finendo, di fatto, per agevolarli seppur obtorto collo. E, rispetto al 2019 e 2020 la situazione, a oggi, non è per nulla mutata (se non peggiorata) ... Nel mondo della curva nord interessi di natura economica, speculazioni e condotte delittuose ascrivibili all’ordinaria dinamica degli stadi si coniugano con le attenzioni della ndrangheta sul mondo del tifo organizzato ... Non meno preoccupante, specie per l’impressionante carica violenta che connota le azioni dei soggetti indagati, lo spaccato che concerne la curva sud. In questo caso, al di là delle condotte dirette ad acquisire introiti economici svelate dalle indagini (tratto comune a entrambi i sodalizi), emergono un’inquietante vocazione all’aggressione di numerosi adepti del sodalizio”. Le due tifoserie sono “unite da un patto di non belligeranza” caratterizzato da legami fra gli apicali esponenti delle curve al fine di conseguire profitto, in un contesto in cui la passione sportiva appare mero pretesto per governare sinergicamente ogni possibile introito. Un ulteriore, inquietante, aspetto riguarda, infine, il controllo dei parcheggi del Meazza” ... dove “si è creato un legame di reciproco vantaggio fra imprenditori e soggetti contigui sia alla sopra descritta gestione del tifo organizzato sia alla criminalità organizzata di matrice calabrese”.

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Si muove pure Chiné