“Club danneggiati”, il procuratore Viola in conferenza con la cover dell’Inter

Le parole del procuratore di Milano durante la conferenza stampa che ha fatto luce sul caso che ha scosso il calcio italiano

In totale sono "una quarantina" gli indagati dell'inchiesta sulle curve di Milan e Inter. E' quanto emerso durante la conferenza stampa della Procura di Milano. Fra di loro però non c'è alcun "dirigente" dei club, ha spiegato il Procuratore Marcello Viola, parlando delle società come "soggetti danneggiati" da quella che il Procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo, ha definito "deriva criminale degli stadi italiani" e tentativi di "condizionamento mafioso della vita delle società calcistiche". La capa della Direzione distrettuale antimafia di Milano, Alessandra Dolci, ha comunque spiegato che esistono agli atti dell'inchiesta "conversazioni" da cui emerge un "confronto fra ultras e dirigenti dell'Inter" e le figure deputate a "intrattenere i rapporti con la tifoseria".

Le parole di Melillo e Storari

L'inchiesta milanese dimostra "i rischi di infiltrazione che si insinuano nel calcio professionistico e non professionistico da parte della criminalità organizzata". Lo ha detto il procuratore antimafia e antiterrorismo Giovanni Melillo a proposito degli arresti dei capi ultrà di Milan e Inter nell'inchiesta della Dda milanese. Un'inchiesta che denota "rischi di infiltrazione nelle società calcistiche" come in altri settori. "Bisogna smettere di far finta di niente" su questi rischi. Il procuratore di Milano Marcello Viola ha spiegato che le società "sono parti offese" avendo messo in campo sistemi per prevenire gli illeciti. I capi arrestati della curva del Milan avevano "diversificato le attività. Si inizia dallo stadio e poi si espande alla tutela della persona, a locali in Sardegna". Lo ha detto il pm antimafia Paolo Storari per illustrare l'operazione che ha portato a 19 arresti tra i capi ultrà di Milan e Inter.

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L'intervento del procuratore Chinè

Il Procuratore federale della Figc, Giuseppe Chinè sta chiedendo ai pm della Procura della Repubblica di Milano l'ordinanza di custodia cautelare e gli atti di indagine non coperti da segreto per valutare se vi sono condotte di tesserati e delle due società astrattamente rilevanti per l'ordinamento sportivo.

Chi è Viola, il procuratore che tifa Inter

Il procuratore di Milano che sta indagando sul caso degli ultras di Inter e Milan è di chiara fede interista, come da lui dichiarato tempo fa in un video. Quello che sta facendo discutere in queste ore è il fatto che Viola si sia presentato in conferenza stampa, sui fatti riguardanti anche la società nerazzurra, con la cover del telefono dell'Inter: non è proprio il massimo esporrsi in questo modo nella conferenza stampa dove rappresenti il simbolo dell’imparzialità della giustizia. Assiduo frequentatore della San Siro nerazzurra, Viola è stato spesso visto in compagnia di alcuni dirigenti della società nerazzurra come nel giugno 2022 quando, in un albergo del centro di Milano, si intrattenne con i due ad interisti Marotta e Antonello. Un incontro istituzionale, di conoscenza reciproca visto che il procuratore di Milano aveva preso da poche settimane il posto del precedente procuratore capo della città, Francesco Greco.

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In totale sono "una quarantina" gli indagati dell'inchiesta sulle curve di Milan e Inter. E' quanto emerso durante la conferenza stampa della Procura di Milano. Fra di loro però non c'è alcun "dirigente" dei club, ha spiegato il Procuratore Marcello Viola, parlando delle società come "soggetti danneggiati" da quella che il Procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo, ha definito "deriva criminale degli stadi italiani" e tentativi di "condizionamento mafioso della vita delle società calcistiche". La capa della Direzione distrettuale antimafia di Milano, Alessandra Dolci, ha comunque spiegato che esistono agli atti dell'inchiesta "conversazioni" da cui emerge un "confronto fra ultras e dirigenti dell'Inter" e le figure deputate a "intrattenere i rapporti con la tifoseria".

Le parole di Melillo e Storari

L'inchiesta milanese dimostra "i rischi di infiltrazione che si insinuano nel calcio professionistico e non professionistico da parte della criminalità organizzata". Lo ha detto il procuratore antimafia e antiterrorismo Giovanni Melillo a proposito degli arresti dei capi ultrà di Milan e Inter nell'inchiesta della Dda milanese. Un'inchiesta che denota "rischi di infiltrazione nelle società calcistiche" come in altri settori. "Bisogna smettere di far finta di niente" su questi rischi. Il procuratore di Milano Marcello Viola ha spiegato che le società "sono parti offese" avendo messo in campo sistemi per prevenire gli illeciti. I capi arrestati della curva del Milan avevano "diversificato le attività. Si inizia dallo stadio e poi si espande alla tutela della persona, a locali in Sardegna". Lo ha detto il pm antimafia Paolo Storari per illustrare l'operazione che ha portato a 19 arresti tra i capi ultrà di Milan e Inter.

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