La Superlega fa comodo soprattutto a chi la osteggia. In carenza di argomenti per spiegare la crisi economica del calcio europeo, le prospettive fosche di un dominio della Premier su tutto il movimento europeo (e quindi mondiale), prendersela con un nemico comune, contro il quale fare fronte è un bel vantaggio. Se poi il nemico è immaginario, questo è ancora più efficace, perché lo si può dipingere brutto, sporco e cattivo. «È il torneo dei ricchi che vogliono escludere i poveri», è uno degli slogan più usati, come se la Champions League attuale fosse un torneo di beneficienza nel quale la possibilità di vincere è aperta a tutti, così come quella di arrivare in semifinale. «È un torneo chiuso e senza meritocrazia» è un altro ritornello, come se la Champions League che lascia 4 posti ai Paesi più ricchi campasse su principi meritocratici. Finora la Superlega ha silenziosamente subito il trattamento mediatico dei suoi nemici, ma il nuovo corso, iniziato con la nomina dell’amministratore delegato Bernd Reichart, ha cambiato la strategia di comunicazione. E così, ieri, lo stesso Reichart ha ribattuto alla Liga, dove Javier Tebas è un fiero oppositore del progetto.
Il video diffuso dalla Liga sui social network
Tutto parte da un video diffuso dalla Liga sui social network, nel quale si mettevano in guardia i tifosi e cittadini sulla volontà dei club legati alla Superlega di voler rilanciare l’idea di un format chiuso (o quasi) tutt’altro che basato sul merito sportivo. La A22, società guidata da Reichart e che rappresenta la Superlega, ha risposto su Twitter. «Ciao Liga! Non avete superato il “fact check” perché quello che dite è falso: la nostra posizione è un dialogo aperto con il calcio europeo dei club, anche con posizioni critiche. Crediamo fermamente che il calcio europeo abbia bisogno di un dibattito aperto e senza manipolazioni. Ah, a proposito: invece di parlare di noi, se volete saperne di più sul nostro progetto potete sempre parlarci. Siamo qui!». Colpo su colpo, ribadendo quello che è l’incarico principale affidato proprio a Reichart: dialogare con tutte le componenti del calcio europeo per confrontarsi su nuove idee per nuove competizioni. La nuova idea di Superlega, infatti, è un torneo aperto, con promozione e retrocessioni che renda però più appetibile il prodotto. Ma un format preciso non è stato ancora varato e Reichart ha il compito di raccogliere proposte per affinare quello di base. Un giro d’Europa che lo porterà anche a Nyon proprio nella prossima settimana, per confrontarsi direttamente con il principale “nemico” l’Uefa che non ammette la nascita di un nuovo modello di competizione (minacciando l’espulsione ai club che ne vogliono far parte). Il tema sarà anche oggetto del giudizio in sede di Corte di Giustizia Europea (15 dicembre parere dell’avvocatura, pronuncia della Corte attesa in primavera) che dovrà valutare l’eventuale abuso di posizione dominante da parte della Uefa stessa. Ma prima Reichart vorrebbe instaurare un dialogo, senza mistificare le idee, ma confrontandole.