Dove eravate l’undici luglio 1982? Se c’eravate, vi torneranno di sicuro in mente il luogo e la compagnia, forse anche la marca del televisore, perché la finale del Mondiale, anzi del Mundial, è un evento il cui segno è rimasto indelebile nella memoria personale e collettiva di milioni di italiani. E domani non potete perdervi la copia esatta del giornale del giorno dopo il trionfo, per rivivere tutto. Sì, vi regaliamo una macchina del tempo.
Pagine identiche a quelle sfogliate quaranta anni fa, pubblicità comprese. Un’immersione emozionante in un altro calcio, in un’altra Italia, così lontana da oggi, ma il cui potere emotivo è talmente travolgente da bucare ancora quei fogli di carta, come nel torrido luglio del 1982. E infatti anche chi quel giorno non c’era se ne innamorerà lo stesso, rapito da racconti d’altri tempi e parole diverse per raccontare il pallone.
Il calcio è sempre stata la punteggiatura della storia sociale del nostro Paese. La vittoria di quel Mondiale rilanciò addirittura l’asfittica economia nazionale, restituendo l’amor proprio a un popolo che non ne ha mai avuto troppo. Quel giorno Tuttosport c’era e raccontava l’impresa di Madrid con una coerenza che non tutti quell’estate potevano vantare. La linea editoriale di Pier Cesare Baretti non aveva avuto cedimenti dopo le zoppicanti partite del girone, professando sempre fiducia nella squadra e in Bearzot. Mentre sui media nazionali si profetizzava sventura, auspicando l’esonero del ct, Tuttosport raccontava una realtà diversa, nella quale gli azzurri erano un gruppo solido e unito, potenzialmente in grado di compiere grandi imprese. Dopo le vittorie contro Argentina e Brasile, quella voce divenne coro. Ma l’undici luglio, a Madrid, per il nostro giornale fu comunque un doppio trionfo. E domani potrete rigustarlo anche voi, sfogliando la copia anastatica di quel giornale, da leggere e conservare gelosamente come si fa con i ricordi più belli.