Supercoppa, è un affare da 22,5 milioni di euro

RIAD - Un anno fa iniziava il cambiamento in Arabia Saudita. Un anno dopo i segni si vedono. E forse quello più evidente si nota prima ancora di partire: il visto turistico, prima inesistente, dal 27 settembre è una realtà, si ottiene on line, con una procedura non più lunga di 15’ e arriva via mail in 48 ore. L’Arabia è una nazione centrale per l’Islam, ospitando sul suo territorio Medina e la Mecca, ma senza venire meno a questo ruolo, il governo di Mohammad bin Salman sta aprendo al mondo esterno e, per esempio, sta concedendo sempre più diritti alle donne, la cui situazione non è ancora paragonabile a quella delle occidentali ma ha certamente registrato giganteschi passi avanti, soprattutto nel mondo del lavoro e nelle situazioni più pratiche, dalla guida alla possibilità di uscire da sole o di frequentare locali pubblici (stadio compreso) senza essere segregate.

Tre edizioni da svolgere in 5 anni: ne resta una

Da meno di un anno i sauditi possono andare al cinema e scegliere fra decine di concerti. L’apertura al turismo rientra in un programma chiamato “Vision 2030”: l’obiettivo finale è diversificare l’economia del Paese e renderlo indipendente dall’andamento dei mercati petroliferi entro il 2030 e di riformare gli aspetti più conservatori della società. Quindi, se in un futuro non troppo lontano l’Arabia potrebbe diventare un luogo di turismo internazionale, adesso l’apertura comporta copiosi investimenti. Il che pone temi sociali, ma anche economici, perché l’Arabia Saudita sta diventando una vorace consumatrice di intrattenimento che arriva dall’estero. Vorace e munifica, perché la scoperta del petrolio nel 1938 l’ha resa una delle nazioni più ricche del mondo e questo è un elemento che, per esempio per chi esporta calcio come noi, non può essere trascurato. Il contratto che la Lega ha firmato la scorsa stagione prevede il pagamento di 22,5 milioni di euro per tre edizioni della finale di Supercoppa da svolgere nel giro di cinque anni (con tutte le spese pagate, si tratta quindi di un guadagno netto di 7,5 milioni a edizione), il che significa che ne resta da disputare una nel prossimo triennio.