BARI - «Ho visto una bella partita, con tanti giocatori interessanti. Da quanto mancavo dal San Nicola? Da quella famosa partita nel 2006»: Luciano Moggi, ex dirigente della Juventus pre-Calciopoli, ha assistito in tribuna autorità alla gara tra Bari e Ascoli. Questa volta, a distanza di nove anni, è disteso e sorride prima di allontanarsi con Romeo Paparesta, vicepresidente dei pugliesi, attorniato dalla security. Aveva messo piede l'ultima volta nell'astronave disegnata da Renzo Piano per la drammatica giornata della conquista dello scudetto della Juve 2005-2006 (poi revocato): i bianconeri superarono la Reggina per due a zero con reti di Trezeguet e Del Piero in un clima surreale sugli spalti.
IL 2006 - Nella pancia del San Nicola l'allora direttore generale della Vecchia Signora rimase immortalato in una delle più controverse istantanee del calcio italiano con queste parole: «Vi chiederei una cortesia, di non rivolgermi domande: anche perché non ho più la voglia, la forza. Non ho più l'anima, me l'hanno uccisa». E subito dopo annunciò le dimissioni dall'incarico bianconero per difendersi «da tutte le cattiverie che sono state dette e fatte nei miei confronti».
CON IL FIGLIO - Nel settore vip Moggi era seduto accanto al figlio Alessandro, procuratore del bomber dei pugliesi Riccardo Maniero, e a poche file da Gianluca Paparesta, presidente del Bari (a cui è legato un altro episodio di Calciopoli, con la chiusura a chiavi dello spogliatoio dopo la contestata Reggina-Juve del 6 novembre 2004). Nel dopopartita Gianluca Paparesta ha così commentato la presenza di Moggi: «Accompagnava il figlio Alessandro, procuratore del nostro Maniero. È venuto a seguire questo Bari, come precedentemente altri personaggi importanti».