TORINO – Una stagione finora da incorniciare, per lui e per il Parma. Alessandro Lucarelli è il capitano-leader della squadra che sta cercando di inserirsi nella lotta per l'Europa League, attesa domani da un scontro diretto in casa contro il Verona. «Ci proviamo e ce la giochiamo con tutti - sottolinea il difensore centrale -, vedo unità di intenti: del gruppo, della società, dei tifosi». Un campionato in crescendo, quello degli emiliani: «All'inizio abbiamo faticato perché mancava l'amalgama, ma sulla carta era una buona squadra. Sapevo che avremmo fatto bene. Il valore aggiunto è Donadoni, ci ha fatto cambiare mentalità: da provinciale che si accontenta di un punto in trasferta a gente che se la gioca su ogni campo». Squadra che cresce e singoli che si impongono, come Paletta protagonista con l'Italia al debutto mercoledì sera in Spagna: «Una sorpresa per chi non lo conosce: io ci gioco al fianco, so quanto sia bravo. E' cresciuto anno dopo anno, un bel tipo: ha la faccia sempre incazzata ma è il primo a scherzare nello spogliatoio, come Cassano». Già, Cassano. Grandi nomi per un Parma che vuole crescere: «Qui c'è tutto: società, ambiente, strutture. Non è un caso che chi ha avuto richieste non sia andato via, come Biabiany, Amauri, lo stesso Paletta. Siamo in provincia ma pensiamo in grande. E mi piacerebbe giocare di nuovo con Giovinco: da noi ha fatto la differenza con la sua qualità». Perché Alessandro Lucarelli, a 36 anni e mezzo, non pensa a smettere. Anzi, quest'anno ha già battuto il suo record di gol (quattro, con uno di tacco al Torino): «Me la godo, ho un contratto fino al 2015. Dopo vorrei restare qui, non so se come allenatore come mio fratello Cristiano. Lui sta scoprendo come sia complicato. Con i giocatori? No, con i presidenti: magari capiscono poco di calcio ma vogliono comandare perché hanno i soldi. Ma anche lui deve un po' limare il carattere...».