Metti un sabato sera prenatalizio a Collegno, cintura torinese, con una società che celebra i suoi 50 anni di impegno e passione, sublimato da un grande e produttivo settore giovanile. Si va al palasport (che intorno ha anche due campi all’aperto ed è struttura che vive ogni giorno di canestri) perché arriva Oleggio capolista di B interregionale. Milano è l’Under 19 Eccellenza che ha giocatori di sicura prospettiva di alto livello, protagonisti anche nell’argento mondiale Under 17 della scorsa estate. Olimpia che ha scelto di farli maturare giocando a ritmi di Eurolega con un allenatore capace (Catalani). Il lunghissimo Suigo, il talento cristallino Lonati, le mani d’oro di Ceccato, l’approccio è fisicità di Garavaglia inducono all’ottimismo per il futuro, perché non sono soli. Ma non bastano i giocatori, alcuni se non molti, che andranno al college nei prossimi anni, sfruttando borse di studio e ricevendo in cambio i tanti soldi del NIL (Name, Image, Likeness, l’aggiornato contratto di immagine).
Cosa serve per rilanciare il basket in Italia
Rieletto il presidentissimo Giovanni Petrucci, che salì al governo dei canestro prima la prima volta nel 1992, ora servono nuove idee e coraggio. Petrucci lo sa e si è circondato di persone di valore come Gigi Datome e non solo lui. E qui intervengono le idee. Per esempio occorre non contrastare i college, ma trovare una collaborazione e una via. E magari creare una norma che permetta a chi produce e sviluppa i talenti di ricevere in cambio dalla Ncaa (come si è fatto con la Nba) un buyout. Altrimenti guadagneranno soltanto gli agenti (e i ragazzi, certo) da questa situazione. E bisogna trovare il modo di far poi rientrare al meglio i ragazzi, non lasciarli in sostanza soli di là. Bisogna creare un piano azzurro triennale, lanciando tutti i giovani in Nazionale prima o dopo l’Europeo. Servono le idee, ripetiamo, per far sì che gli italiani per legge giochino da italiani. Che gli stranieri possano crescere da noi, ma poi giochino da stranieri e non da italiani di formazione. Che lo Ius Soli e lo Ius Scholae siano rivendicazioni di questa federazione che non può (giustamente) naturalizzare stranieri, ma rischia di non avere come italiani al 100% in campo gli italiani. E servono finanziamenti per impianti e sulla scuola. Non c’è alternativa.