Ne sono successe di cose durante la pausa per la Nazionale. E le perplessità su queste finestre che servono soltanto a Fiba e alle federazioni nazionali rimangono e spesso aumentano. Però offrono anche spunti e vetrina a qualche giovane. Nell’Italia hanno debuttato varie “tipologie” di giocatore. Per esempio quello che si costruisce passo dopo passo anche perché non trova spazio e/o fiducia da ragazzo. Dimostra Rossato. Questo tocca ai talenti normali. Ha esordito il ragazzo che sta crescendo all’estero, Dame Sarr del Barcellona. E questo segnatevelo perché con il NIL dei college Usa capiterà spesso. Diamo per scontato che dei ragazzi d’argento Under 17 ne andranno tanti di là: scommettiamo di sicuro su Mathis, Maikcol Perez e Lonati e magari un anno dopo anche Suigo. Nulla di male, basta non pensare di poter e dover costruire su ragazzi di quell’età un programma di lavoro. Se lo faranno da sé. Poi ha debuttato l’italiano per diritto di sangue (l’unico che garantisca, sia determinante per la nostra legge), ma che non è italiano per il campionato.
Il paradosso
E la Fip potrebbe forse essere grata a Grant Basile nipote di siciliani. Perché un ragazzo in possesso di passaporto avrebbe magari potuto rivendicare il proprio diritto in altra sede non sportiva. Si vive questo paradosso da anni per cui vale la formazione italiana. E stranieri possono giocare da italiani se hanno fatto il percorso giovanile. Intendiamoci, ogni ragazzo ha diritto a giocare nelle nostre giovanili, ma poi non c’è scritto che possa giocare da italiano da professionista a nostro avviso. E comunque chi è italiano deve giocare da italiano. E come detto da tempo, noi siamo perché siano riconosciuti italiani tutti coloro che nascono in Italia (Ius Soli) e che crescono e vivono in Italia, studiano (ius Scholae). Ma al di là di questo, ora ser davvero si vuole far crescere il basket, occorre un patto sociale tra le parti del basket, perché si crei un vero campionato giovanile di alto livello e poi si scelga una categoria (la B Nazionale) dove farli giocare dopo le giovanili. A prescindere dalle ambizioni di chi vuole salire in A2. Nota a margine, ieri “espulsi” grazie a una nuova regola, un giornalista e un presidente di club. Se davvero hanno disturbato il gioco, insultato (è da verificare), sembra un passo avanti nella civiltà, questo. Come accade nella Nba da anni.