Marjanovic al Fenerbahce: è l’Eurolega dei Paperoni

Il 2,24 serbo al Fenerbahce segue il percorso di Vezenkov, Fournier, Osman, Korkmaz. La lega adotterà il tetto salariale con luxury tax, ma a regime fra 3 anni
Marjanovic al Fenerbahce: è l’Eurolega dei Paperoni

Con il ritorno dopo 9 anni oltreoceano di Boban Marjanovic un’intera squadra di giocatori europei è rientrata dalla Nba in Eurolega. Un segnale chiaro, a fronte dell’unico viaggio inverso (per la seconda volta) di Yabusele dopo la grande Olimpiade disputata con la Francia. Marjanovic, personaggio amato da tutti gli appassionati di basket per la sua ironia, intelligenza e non soltanto per le qualità tecniche e la statura (è 2 metri e 24) che gli permetteranno, magari per quindici minuti di fare ancora la differenza da questa parte. È il segnale di un Eurolega più forte che mai, con alcuni club che hanno deciso di spendere e parecchio, per vincere. Con un solo evidente problema: mentre la Nba si basa sulla sostenibilità economica e anzi, sul profitto, l’Eurolega è tutt’altro che un affare, i ritorni sono minimi e non certo in equilibrio con le spese. Non a caso è stato approvato nei giorni un (complesso) progetto di tetto salariale con tassa di lusso per chi spende troppo (il massimo arriverà a 6-6,5 euro da versare ogni euro speso oltre la soglia del 130%).

Tutti gli europei rientrati dall'Nba

Sistema però davvero di difficile comprensione e temiamo di attuazione reale, che entrerà in pieno vigore dopo un periodo di franchigia fra tre stagioni, dal 2027/28. Tant’è, ora interessa che Marjanovic e il suo milione di followers su Instagram al Fenerbahce (dove troverà il nostro Nic Melli, Wade Baldwin e altri nuovi arrivi con Bonzie Colson e Khem Birch), è l’undicesimo europeo ex Nba a rientrare. Dopo le nove stagioni spese tra San Antonio, Detroit, Clippers, Sixers, Dallas, Houston Boban ha firmato un contratto annuale, a 36 anni, con opzione di uscita nel prossimo gennaio se sarà richiamato dalla Nba. E segue il tragitto da una parta all’altra oceano percorso dal francese Evan Fournier, dal bulgaro ex Mvp di Eurolega Sasha Vezenkov (di nuovo all’Olympiacos), dai turchi Furkan Korkmaz (al Monaco) e Cedi Osman (Panathinaikos), ma anche dal turco Omer Yurtseven (Panathinaikos), i francesi Frank Ntilikina (Partizan) e Theo Maledon (di rientro al Villeurbanne), lo spagnolo Usman Garuba (anche lui tornato a casa, al Real Madrid), il lungo serbo Aleksej Pokusevski (al Partizan), il croato Luka Samanic che però ha già lasciato il Fenerbahce pur restando sotto il controllo turco.

Un’Eurolega più competitiva

Fatta eccezione per Fournier, Osman e Marjanovic non è che gli europei abbiano lasciato un’impronta nella Nba. Per dire, il milanese Nikola Mirotic è stato certo una presenza più importante qualche anno fa. Ma di solito restavano in Usa per una questione anche se non puramente economico. Ora invece club come Panathinaikos, Olympiacos, Fenerbahce hanno deciso di spendere per provare a vincere. E anche il Monaco si è accodato. Insomma, sarà un’Eurolega parecchio competitiva e sarà una sfida interessante quella delle italiane, cioè Milano e Virtus Bologna che hanno comunque un budget inferiore, seppur non al livello di altri club di terza fascia (Alba Berlino su tutti). L’equilibrio che è il secondo punto focale della programmazione Nba - e non solo attraverso il draft - è dunque ancora una chimera. Ma forse la strada che si sta per imboccare, fra tre anni, potrà aiutare.

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