La storia infinita vive, da questa sera, un nuovo capitolo: alle 20.30, di fronte al tutto esaurito in Fiera, inizia la quarta finale-scudetto consecutiva tra Virtus Bologna e Milano. I due colossi del basket italiano giungono all’atto finale con lo stesso numero di vittorie in campionato (28) e nell’ambito nazionale (30 contando anche Supercoppa e Final Eight), cifre simbolo di un equilibrio che viene da lontano: lo scorso anno, la serie venne decisa soltanto in gara7, a cui le due contendenti arrivarono, anche in quel caso, con lo stesso numero di successi. Di certo, la finale che inizia oggi non potrà essere lunga quanto le ultime due vinte da Milano nel 2022 (4-2) e nel 2023 (4-3), poiché la serie torna a essere al meglio delle cinque sfide.
La novità e i dubbi
La novità è rappresentata da Luca Banchi, l’ultimo grande personaggio entrato in scena nella saga. L’uomo che dieci anni fa riportò lo scudetto a Milano dopo 16 anni di attesa, oggi siede sulla panchina bianconera, dove cerca il terzo scudetto con tre squadre differenti, anche se il tricolore del 2013 con Siena è stato revocato. «A Siena e Milano ero arrivato con un superiore livello di conoscenza del personale a disposizione e di ciò che mi circondava» ha detto il tecnico toscano. «Il mio compito è di equilibrare, perché nell’ambiente abbiamo vissuto spesso di eccessi che finiscono per deteriorare le nostre certezze, sia nell'esaltazione a fronte di vittorie importanti che nei momenti di frustrazione dopo una sconfitta». La Virtus è accompagnata dai dubbi legati a Lundberg e Zizic. La guardia danese, fuori per un trauma al ginocchio sinistro, dovrebbe rientrare oggi. Il centro croato si è fermato per noie all’inguine nel corso di gara4 a Venezia: il suo impiego odierno è da considerare in dubbio. Le certezze restano il pacchetto italiano, con l’ex di turno Hackett, nonché Belinelli, Pajola e Abass (i reduci dal tricolore del 2021), l’atletismo di Cordinier e l’impatto d’area di Shengelia e Dunston, i pilastri attorno ai quali la Virtus ha sfiorato i playoff di Eurolega. Nessun dubbio per Milano, ed è quasi una notizia dopo una stagione in cui gli infortuni hanno contribuito a far cambiare più volte assetto a Ettore Messina, che cerca il terzo scudetto consecutivo in casa Armani, con il quale pareggerebbe il tris alla guida della Virtus (1993, 1998 e 2001).
L'Olimpia e la Virtus
L’Olimpia arriva all’atto finale senza il vantaggio del fattore campo ma cavalcando una striscia di sei successi contro Trento e Brescia. E se la Virtus, nella semifinale contro Venezia, ha sprecato cospicui vantaggi, Milano ha mostrato pochi segnali di cedimento, come ad aver raggiunto quella continuità mancata per parecchi mesi, nei quali i picchi di rendimento avevano comunque portato l’Olimpia a battere Real Madrid, Barcellona (due volte), Olympiacos, Fenerbahce e Monaco. L’attacco con Napier, Shields e Mirotic teme pochi confronti in Europa, ma è sempre determinante la presenza degli equilibratori, come Hall, o ancora di più gli azzurri Tonut e Nicolò Melli, il cui futuro sarà un tema caldo dopo la serie. «Le voci sul futuro fanno parte del gioco, ma mi scappa da ridere – ha detto Melli a Sport Mediaset - sono concentrato soltanto sulla finale, su come ribaltare il fattore campo e vincere lo scudetto». Il 33enne emiliano è un uomo-chiave, non a caso il suo ritorno in Italia dopo l’esperienza Nba è stato determinante per i due scudetti dell’Olimpia di Messina, ora all’inseguimento di quel Threepeat che manca dai tempi di Dan Peterson, Mike D’Antoni, Bob McAdoo e Dino Meneghin. Nomi dei quali si parla ancora oggi, a quasi 40 anni di distanza. Lo stesso, con ogni probabilità, accadrà fra decenni per l’odierna rivalità Virtus-Milano.
Finale-scudetto
Gara1 oggi, gara2 sabato a Bologna; gara3 martedì ed eventuale gara4 giovedì 13 a Milano; eventuale gara5 domenica 16 a Bologna. Ogni partita alle 20.30 su Nove, DMax, Eurosport e DAZN.