TORINO - Il Festival di Sanremo senza Sanremo. È sostanzialmente questa la proposta dei discografici pronti ad una kermesse musicale fuori dalla città dei fiori. Per la Fimi, la federazione che riunisce le quattro major discografiche (Universal, Sony, Warner e Bmg) che in questa edizione rappresentano circa la metà del cast, la priorità è la sicurezza data la pandemia. "Siamo in una situazione di emergenza, se vogliamo che si tenga l’evento e che sia garantita la sicurezza dei partecipanti dobbiamo essere tutti disponibili a fare un passo indietro", ha dichiarato Enzo Mazza, ceo di Fimi. Il teatro Ariston — che ospita il Festival dal 1977 con la sola eccezione del 1990 — non è indispensabile. "È stato costruito negli anni Cinquanta e già in periodi normali ha mostrato i suoi problemi strutturali. Si potrebbe pensare ad allestire una tensostruttura in un’altra zona della città. Il teatro è sostituibile. Per il pubblico la gara di inediti non è inficiata dalla location che la ospita", ha spiegato Mazza.
Nuova location per il Festival di Sanremo 2021?
"Un evento televisivo come questo può essere realizzato ovunque. Penso ad esempio al Forum di Assago", ha sottolineato il ceo di Fimi. Mazza ha poi osservato: "Credo che la Rai abbia una capacità incredibile di organizzare eventi televisivi, lo ha dimostrato anche in una fase come questa, superando riti scolpiti nella pietra. Se quest’anno è cambiata la prima della Scala, trasformata in spettacolo tv proprio sulla Rai, può accadere anche a Sanremo. E se guardiamo al panorama internazionale anche il Concerto di Capodanno a Vienna è diventato un programma tv senza pubblico". Al momento nessun commento è arrivato né da parte della Rai né da Amadeus, che ha deciso di non lasciare Sanremo 2021. Il direttore artistico si è detto disposto ad accettare tutte le imposizioni del Comitato Tecnico Scientifico, che valuterà il da farsi nei prossimi giorni.
Sanremo e Covid: nuove regole per i cantanti
Insieme alle altre due associazioni di categoria (Pmi e Afi), la Fimi ha preparato un codice di comportamento per cantanti e staff: le interviste si fanno in streaming, cancellate le ospitate in tv e gli eventi con gli sponsor, pranzi e cene in hotel, tamponi quotidiani. A tal proposito Mazza ha detto: "La sicurezza è il primo punto per noi: dobbiamo tutelare la salute degli artisti, dei dipendenti e dei collaboratori e anche tutelare le aziende da un punto di vista giuridico. Era necessario darsi delle regole per organizzare il lavoro, prenotare le strutture ricettive e gli spostamenti. Le nostre proposte sono una base e ovviamente ci rimettiamo alle decisioni del Cts e a quello che sarà il protocollo Rai per eventuali integrazioni e modifiche richieste".