L'omaggio di Marino Bartoletti
Marino Bartoletti, giornalista, conduttore e autore televisivo, ricorda così Rino Tommasi: "La prima cosa che viene in mente è l'allegria che sapeva trasmettere nei rapporti umani, perché al di là di una professionalità profonda e del fatto di esser stato un maestro senza averlo mai fatto pesare, era una persona con la quale si stava bene. Mi dispiace averlo perso, avrò di lui sempre il ricordo non soltanto di un grande collega ma di una persona amabile, cosa che in questo mestiere non sempre avviene. Era un maestro di tante cose, sul piano organizzativo aprendo la strada a tanti altri esempi che sono seguiti. E lo è stato dal punto di vista professionale inventando un linguaggio. Il mio è un ricordo doloroso ma affettuoso nei confronti di un persona che ci ha lasciato tanto. Quello era un linguaggio fatto da due persone deliziose, e non sempre questo aggettivo può essere abbinato a chi fa televisione. Anche per Clerici ho sempre nutrito un sentimento affettuosissimo, e quindi sono due angeli di questo mestiere che se ne vanno, e che non sono ripetibili. Le statistiche di Rino? Lui le sapeva usare con leggerezza a discrezione di chi ascoltava, non sempre tutti i suoi allievi lo hanno saputo fare, perché lo sport non è statistica a meno che non lo si sappia leggere con la delicatezza con cui lo faceva lui. Qualcuno che sta seguendo le sue orme? No, Rino è uno stampo che non c'è più", ha concluso Bartoletti.
Il ricordo di Jacopo Volpi
"Era proprio un grande maestro - commenta il direttore di Rai Sport Jacopo Volpi -. Lavorai con lui in occasione della finale di Coppa Davis del 1980. Fu quella famosa finale tra Italia e Cecoslovacchia che finì con Panatta che sospese la partita perché un tifoso italiano fu arrestato. E lì lavorai con lui, trovandomi molto bene. Era proprio un grande maestro. Poi naturalmente ascoltavo sempre con grande piacere la coppia Clerici-Tommasi che era eccezionale sul tennis".