Il presidente dell'Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) Giorgio Palù, intervistato da Lucia Annunziata nel suo programma "Mezz'ora in più" in onda su Raitre, ha risposto alle domande della giornalista sul problema delle varianti del Coronavirus, in particolare su quella indiana: "Anche la variante indiana può essere controllata. Gli inglesi si stannondo che la prima dose ha una protezione del 30-40 per cento, e che bisogna vaccinare con le due dosi. Ecco a cosa serve la sorveglianza, a cosa servono i virologi veri. Servono a controllare come il virus muta, a cosa è correlata ogni singola mutazione e se la mutazione è correlata alla virulenza e quindi alla capacità di dare una malattia più grave".
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Palù (Aifa): "Variante indiana "pericolosissima"? Aggettivo errato"
In merito alla pericolosità della variante indiana che preoccupa la Gran Bretagna: "Per definire 'pericolosissima' una variante bisogna aver accertato o su animali da esperimento o con dati epidemiologici o clinici che c'è un aggravamento delle condizioni e questo non è vero. È un' evoluzione naturale del virus che muta e non è che dobbiamo essere preoccupati di questo, dobbiamo sicuramente controllare che queste varianti non sfuggano agli anticorpi che vengono indotti dalla vaccinazione. Noi - ha spiegato Palù - sequenziamo un po' meno degli altri , i britannici il 40-50 per cento mentre noi siamo intorno all'1%. La variante indiana circola anche qui, noi siamo meno dell'1%. Prevalente è la variante inglese, oltre il 90%; abbiamo in alcune regioni la variante brasiliana, abbiamo anche quella nigeriana e sudafricana. Quindi le abbiamo tutte", conclude il presidente dell'Aifa.