TORINO - Gli utenti di WhatsApp avranno notato che da qualche giorno la nota applicazione di messaggistica, usata da oltre 2 miliardi di persone in tutto il mondo, ha inviato un messaggio relativo alle condizioni d'uso e trattamenti dei dati personali. A fare discutere è la modalità con la quale le novità sono state comunicate, definite dal Garante italiano per la privacy: "Poco chiaro e non idoneo a consentire la manifestazione di una volontà libera e consapevole". Ecco, dunque, che negli utlimi giorni si è registrato un boom di download di altre app di messaggistica, come Signal (1,3 milioni in un giorno) e Telegram (25 milioni in tre giorni). Ma i vertici di WhatsApp non ci stanno e contrattaccano: "Questo aggiornamento fornisce ulteriore trasparenza e non influisce sulla privacy".
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Whatsapp: ecco cosa cambia in Italia e nel resto del mondo
Ma cosa cambia rispetto al passato? Dal prossimo 8 febbraio per continuare ad usare WhatsApp bisognerà accettare le nuove condizioni d'uso. In Italia e nel resto d'Europa, dove dal 2018 è in vigore il regolamento per la privacy Gdpr che fra le altre cose impone la trasparenza auspicata dal nostro Garante, i cambiamenti sono minimi: "Facebook, che ha comprato WhatsApp nel 2014, continuerà a vedere l'indirizzo mail con cui gli utenti si registrano all'app o le informazioni sul dispositivo da cui viene utilizzata e continuerà a non poter usare queste informazioni per l'invio di pubblicità o contenuti targhetizzati", spiega l'avvocato Ernesto Belisario. La "rivoluzione" nelle condizioni d'uso di WhatsApp coinvolgerà in maniera massiccia le aziende che usano il software per comunicare con i clienti, e avranno accesso alle conversazioni per finalità di marketing, o a quelle che vendono su Facebook Shops e possono farsi contattare su WhatsApp. La volontà di Mark Zuckerberg, proprietario dell'intero pacchetto WhatsApp-Facebook-Instagram, è quella di trasformare queste app in e-shop per fare acquisti online e pagare con la moneta elettronica. Nel resto del mondo e negli Stati Uniti, per via anche delle tensioni seguite all'assalto a Capitol Hill, diventa invece obbligatorio accettare che dati come il numero di cellulare o la rubrica di WhatsApp possano essere usati da Facebook per mostrare pubblicità personalizzate. Sarà la volta che WhatsApp verrà "messo in cantina"? Staremo a vedere.