Beatrice siamo con te

Infame è un aggettivo alquanto limitato per esprimere ciò che pensiamo dell’aggressione razzista, fisica e verbale subita da Beatrice Ion, 23 anni, cestista della Nazionale paralimpica e dell’Amicacci Giulianova e dal papà Eduardo, intervenuto in sua difesa e finito all’ospedale dopo essere stato colpito da una testata. Originaria della Romania, Beatrice è stata assalita dalla poliomielite quando aveva tre mesi, vive in Italia da sedici anni, è cittadina italiana da sei, studia all’università. Prima dell’Amicacci, ha giocato con il Santa Lucia, vincendo 3 campionati giovanili, 2 scudetti, 3 Supercoppe italiane, 3 Coppe Italia. E’ stata insultata e offesa per la sua disabilità, vittima di un gesto abominevole, intriso di ignoranza, odio e violenza. Ha detto Beatrice: «Non dite che il razzismo in Italia non esiste perché io l’ho vissuto e fa male». Ha soggiunto Luca Pancalli, capo del movimento paralimpico: «Chi l’ha aggredita, per almeno un mese dovrebbe fare volontariato in una nostra società sportiva. Imparerebbe il rispetto e la convivenza civile». Un mese è troppo poco, un anno non basterebbe. A Beatrice vogliamo dire: siamo con te. Con tuo papà, con tua mamma. Non siete soli.

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