In Cina è stata accertata la quarta vittima del misterioso virus, simile alla Sars, comparso dallo scorso dicembre, mentre dall'Australia arriva la notizia di un primo caso sospetto su un uomo appena rientrato proprio dalla Cina. Ieri sono stati gli stessi esperti della commissione della salute cinese a confermare che il virus è trasmissibile da uomo a uomo. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha convocato per domani un Comitato di emergenza. E le paure di un'espansione del contagio influenzano anche i mercati: le Borse asiatiche chiudono in calo con gli investitori che temono un'espansione del contagio del coronavirus proveniente dalla Cina. In rosso Tokyo (-0,91%), con gli investitori che fanno scattare le prese di profitto dopo che l'indice nipponico ha raggiunto i massimi in 16 mesi. In rosso i listini della Cina con Shanghai (-1,4%), Shenzhen (-1,3%) e in forte calo Hong Kong (-2,7%). Male anche Seul (-1%) e Mumbai (-0,3%).
L’allarme: “Il virus si trasmette da uomo a uomo”
Il nuovo coronavirus, della stessa famiglia della Sars, comparso in Cina nella città di Wuhan, che dallo scorso dicembre ha già fatto registrare tre vittime e circa 200 casi confermati, è trasmissibile da uomo a uomo. La conferma della temuta modalità di trasmissione interumana, già ritenuta verosimile dal direttore del Dipartimento di malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità Gianni Rezza, è giunta da un rinomato esperto della Commissione della salute pubblica del governo cinese, Zhong Nanshan. Cresce dunque l'allerta internazionale, a pochi giorni dal Capodanno cinese, e negli aeroporti sono scattati i controlli, incluso l'aeroporto di Roma Fiumicino con misure di monitoraggio e locandine informative per i viaggiatori.
Intanto, il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha convocato il Comitato di emergenza, che si riunirà il 22 gennaio a Ginevra per accertare se il focolaio di casi "rappresenti un'emergenza di salute pubblica di livello internazionale e quali raccomandazioni dovrebbero essere fatte per fronteggiarla". Il pensiero va infatti inevitabilmente all'epidemia di Sars che, secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, tra il 2002 e il 2003 fece registrare 813 decessi e 8.437 contagi in una trentina di Paesi: anche in questo caso alla base dell'infezione respiratoria era un coronavirus comparso in Cina. Gli esperti invitano però alla cautela nelle similitudini e invitano a non creare allarmismo, sottolineando come si tratti ora di un nuovo ceppo del virus. Dopo vari casi di 'polmonite misteriosa' segnalati lo scorso dicembre a Wuhan (con un legame con Huanan Seafood, un mercato all'ingrosso di frutti di mare e animali vivi), il 9 gennaio 2020 il CDC cinese ha reso nota infatti l'identificazione di un nuovo coronavirus (2019-nCoV) come agente che ha causato le polmoniti, ed è stata resa pubblica la sequenza genomica. Ad oggi, due casi sono stati segnalati anche a Pechino e uno a Shenzhen, ed alcuni si registrano pure fuori dalla Cina e associati a viaggi: due in Thailandia, uno in Giappone ed uno in Corea del Sud. Insomma, il virus sta circolando e secondo una stima dell'Imperial College di Londra i casi reali potrebbero essere circa 1.700. "Il fatto che casi si siano verificati anche fuori dalla Cina e dalla città di Wuhan, centro del focolaio - spiega Rezza - induce a pensare che da Wuhan si sia determinata una certa trasmissione, ed è inverosimile che sia riconducibile al solo bacino animale. Inoltre, notizie non ufficiale parlano anche di alcuni casi del virus, ma molto limitati, in persone che non hanno visitato o soggiornato a Wuhan. Tutti elementi che ci fanno pensare ad una trasmissione interumana". A questo punto, avverte, "non si può escludere che casi possano arrivare anche in Europa e in Italia, ma l'importante è identificarli ed isolarli subito. Se si interviene con rapidità si può infatti bloccare la diffusione, isolando gli infetti e procedendo alla quarantena dei contatti, ma è chiaro - precisa - che questo si può fare solo se gli infetti non sono tanti".
Fiumicino in allerta
L'Italia, all'aeroporto di Fiumicino, ha 3 voli diretti con Wuhan, e numerosi voli non diretti. Come previsto dal Regolamento Sanitario Internazionale, dunque, a Fiumicino è in vigore una procedura sanitaria per verificare l'eventuale presenza a bordo degli aerei provenienti da Wuhan di casi sospetti sintomatici e il loro eventuale trasferimento in bio-contenimento all'Istituto Spallanzani di Roma. Nell'aeroporto sono state anche affisse locandine informative. Da parte sua, l'Oms incoraggia tutti i Paesi a rafforzare la sorveglianza delle infezioni respiratorie acute ma, al momento, non raccomanda alcuna restrizione per i viaggi e il commercio.