Un italiano a braccia alzate alla Parigi-Camembert

Il 23 aprile 1946, per la prima volta, la classica francese non viene vinta da un ciclista transalpino: a imporsi è Neri, davanti a Soffietti e Rolland. Nello stesso giorno, in Italia, viene depositato il brevetto della Vespa
Un italiano a braccia alzate alla Parigi-Camembert© LAPRESSE

La data del 23 aprile 1946 segna una prima volta storica per la Parigi-Camembert, classica francese del ciclismo. Mai, dalla nascita avvenuta nel 1934 con il nome di Parigi-Vimoutiers a quel momento, la corsa era stata infatti vinta da un ciclista straniero. Dopo dove affermazioni transalpine di fila, però, la prima edizione del dopoguerra vede il successo dell'italiano Paul Neri, che in quell'anno precede sul traguardo Joseph Soffietti ed Amedee Rolland. Un trionfo che non altera, in ogni caso, la tradizione francofona della gara: l'ultimo successo azzurro è arrivato con Fabiano Fontanelli nel 1999 e, da allora, soltanto due volte l'albo d'oro ha ospitato un volto non francese. Le eccezioni sono arrivate con lo svedese Marcus Ljungqvist nel 2002 e con lo spagnolo Alejandro Valverde nel 2008, mentre l'edizione del 2020 ha incoronato Dorian Godon dopo anni in cui si erano imposti velocisti di spicco del calibro di Nacer Bouhanni e Bryan Coquard.

Viene depositato il brevetto della Vespa

Il 23 aprile 1946, con il deposito del brevetto, inizia “ufficialmente” la storia della Vespa, che in poco tempo diventa icona pop prima in Italia e poi nel resto del mondo: dopo essere stato uno dei simboli della rinascita italiana nel dopoguerra, infatti, lo scooter della ditta Piaggio travalica presto i confini nazionali diventando non solo simbolo di libertà, ma anche del made in Italy nel mondo. Il modello è ancora oggi uno dei prodotti di disegno industriale più famosi del mondo, esposto in moltissimi musei tra cui anche quello permanente al MoMa di New York. Furono i figli del fondatore Renzo Piaggio, Enrico e Armando, a decidere di variare la produzione dell’azienda di famiglia nata a Genova nel 1884 come azienda attiva nell’arredamento navale prima e in materiale ferroviario e di aeronautica poi. Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale essi, però, avvertirono la necessità di variare la produzione e decisero di investire in un settore in crescita come quello motoristico, nonostante la concorrenza di Moto Guzzi, Gilera e Bianchi fosse molto forte. Intuizione più che vincente, ancora a 75 anni da quel celebre brevetto.

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