Eletto Contieri, il decathleta con un futuro da dirigente

Dopo tre titoli consecutivi nella specialità, il 15 gennaio 1946 l'atleta viene nominato presidente del Comitato Regionale Giuliano della Fidal. Quello stesso giorno una brutale imboscata porta alla morta di don Francesco Venturelli, per lunghi anni confessore del campo di prigionia di Fossoli
Eletto Contieri, il decathleta con un futuro da dirigente© EPA

Tesserato prima per la Società Ginnastica Triestina e poi per la Pro Patria Oberdan Milano, Eletto Contieri è stato un decathleta capace di conquistare il titolo italiano nella specialità per tre volte di fila tra il 1932 e il 1934 e, nel 1943, di centrare la medaglia d'oro nella staffetta 4×400 metri agli Assoluti insieme a Bruno Mainardi, Luigi Paterlini e Gianfranco Fumagalli. Nato a Venezia, classe 1912, nel 1934 prese parte alla prima edizione dei Campionati Europei di atletica leggera a Torino e concluse la gara del decathlon in 7ª posizione. Come dirigente, invece, il 15 gennaio 1946 venne eletto presidente del Comitato Regionale Giuliano della Fidal e, in seguito, anche consigliere nazionale durante la presidenza di Bruno Zauli. Almeno fino al 1950, quando si trasferì a Rio de Janeiro per motivi di lavoro.

Il brutale assassinio di don Francesco Venturelli

“Se facciamo memoria di questi eventi non è certo per ricordare la malvagità di chi ha ucciso, ma perché non vada dispersa la testimonianza di chi ha saputo rimanere fedele alla sua missione di pastore soccorrendo caritatevolmente persone bisognose dall’una o dall’altra parte del conflitto…”: queste le parole che la chiesa di Carpi ha scelto per ricordare don Francesco Venturelli, ucciso la sera del 15 gennaio 1946. Dal 1942 fino a quel giorno aveva prestato assistenza pressoché quotidiana presso il campo di prigionia di Fossoli, frazione della città emiliana: una posizione delicata la sua che l’aveva reso consapevole di essere in pericolo, tanto che da un paio di mesi dava disposizioni per la sua sepoltura, ma nonostante questo non aveva mai smesso di continuare ad aiutare il prossimo. Anche quella sera, seppur dissuaso dalla sorella, quando uno sconosciuto bussò alla sua porta per chiedere aiuto per un ferito steso sulla statale non esitò: appena uscito, però, un primo sparo lo colpì alla tempia, il secondo alla schiena. Il Comune di Carpi gli ha dedicato una piazza, nel 2006 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli ha conferito la medaglia d’oro al valor civile.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...