Il tema del campanilismo nel mondo dello sport, e del calcio in particolare, tiene banco sulla prima pagina di Tuttosport del 12 gennaio 1946. L'argomento, infatti, è il protagonista di un corsivo da parte di Carlo Bergoglio, il celebre “Carlin”. «Bisognerà intenderci una volta tanto sul “campanilismo”. Nessuno vuol sentirsi dare del campanilista. Perché? Io, per esempio, sono campanilista e non me ne vergogno. Vietando il campanilismo, si vieterebbe anche il patriottismo. Venendo allo sport, io affermo che chi dice di non essere campanilista o è bugiardo o non è sportivo, non essendo possibile essere sportivi senza essere minimamente tifosi. Uno che non tenga per lo sport del suo paese o del paese in cui da tanti anni abita, non tiene minimamente neanche a quello degli altri».
Il primo appuntamento per gli artigiani del Friuli
Fornire tutela agli interessi delle imprese artigiane associate: con questo scopo nel maggio del 1945 un piccolo gruppo di artigiani di diversi mestieri iniziò a incontrarsi a Udine e a lavorare per riunire i colleghi in una libera associazione. Tre mesi dopo quel gruppo di uomini nominò un comitato promotore e raccolse i primi fondi finanziari, 2.650 lire, risultato della somma di 53 quote di altrettanti soci. Quello fu il momento che segnò la nascita dell’Unione Artigiani del Friuli (ora Confartigianato Udine), che il 12 gennaio 1946, nel salone del Castello della città, organizzò la prima assemblea dei soci ed elesse a presidente il professor Diego Di Natale. Durante il periodo post bellico la volontà di aggregare gli artigiani derivò soprattutto dalla necessità di costituire una serie di istituti a loro salvaguardia (distinto ordinamento giuridico, strumenti di mutualità, enti di autogoverno); oggi, invece, Confartigianato Udine si propone come partner delle aziende con cui condividere le opportunità di crescita a 360°.