A cavallo dei secoli diciannovesimo e ventesimo a Merano, in Alto Adige, sorgono numerose realtà sportive che propongono dal pattinaggio all’ippica, dalla ginnastica alla scherma, fino al gruppo degli scalatori: queste e numerose altre discipline portano alla nascita, nel novembre del 1912, dello Sportclub Merano. La prima guerra mondiale, però, costringe all’interruzione immediata di tutte le attività fino al 1919: con l’annessione del Sudtirol all’Italia le cose non migliorarono e verso le fine degli anni ’30 lo Sportclub viene definitivamente sciolto. Fino al 28 dicembre 1945, giorno della rifondazione dell’associazione grazie al notevole impegno di numerosi soci rimasti attivi: nel corso degli anni lo Sportclub ha appoggiato o gestito direttamente fino a 36 discipline sportive e a tutt’oggi conta ben 3.700 soci. Una “dimensione” che più che un’associazione l’ha reso ormai parte integrante della comunità meranese.
Il "trapasso" dal Governo militare a quello italiano di alcuni territori strategici
Con il decreto legislativo del 28 dicembre 1945 n. 792, il re Umberto di Savoia e il presidente del Consiglio De Gasperi dispongono la “riassunzione da parte del Governo italiano dell’esercizio di tutti i poteri dello Stato nel territorio tuttora sottoposto all’Amministrazione Miliare Alleata”, compresi i comuni di “Colle Salvetti, Livorno, Napoli e Pisa e le isole di Lampedusa, Pantelleria e Linosa”. Al decreto, che entrerà in vigore a partire dal 1° gennaio 1946 e dal quale restano, però, esclusi i territori della Venezia Giulia e della Provincia di Udine, fu allegato anche un vero e proprio proclama firmato da De Gasperi e rivolto al popolo italiano, in cui veniva annunciato che “Le Nazioni Unite hanno aderito alla richiesta del Governo” e venivano indicate le regole del “trapasso” dal Governo militare alleato al Governo italiano in materia di ordinanze emanate, atti compiuti dai membri delle Forze Armate e sentenze dei tribunali.