Nel pomeriggio di domenica 2 dicembre 1945 va in scena il settimo turno del primo campionato del dopoguerra. Una tornata in cui l'Inter mantiene la vetta grazie al successo di misura sul Bologna firmato da Barsanti e in cui la Juventus viene frenata sull'1-1 dalla Sampdoria. Ma, soprattutto, un turno in cui il Torino – doppiette per Loik e Mazzola – banchetta per 4-0 sul Milan. «Che specie di gioco era quello del Milan contro il Torino? – si domanda Renato Casalbore su Tuttosport del giorno successivo –. La squadra rossonera abitualmente sistemista aveva scelto una strana via di mezzo che mirava a sbaragliare l'attacco avversario appostando nei paraggi dell'area di rigore il maggior numero di difensori. Gente in attesa, ma non “marcatori”. Infatti le due mezze ali del Torino subivano sì e no degli inseguimenti, ma in sostanza avevano libertà d'azione. E così dicasi dei mediani laterali».
Nel retrobottega del signor Pipino nasce l'Avis di Savigliano
Il 2 dicembre 1945 viene fondata a Savigliano, cittadina cuneese, l’Associazione Volontari Italiani del Sangue, più nota come AVIS: si tratta del primo gruppo di volontari dell’intera provincia Granda. Già durante la Guerra, su richiesta dei medici dell’ospedale locale, alcuni amici che si radunavano nel retrobottega del negozio del signor Pietro Pipino cominciarono a donare il proprio sangue: non ancora provvisti di una sede, le comunicazioni venivano esposte nella centrale piazza del Popolo all’interno delle vetrine del negozio di ferramenta del signor Pipino, che oltre a essere uno dei fondatori del gruppo è stato anche il primo presidente. La prima sede fu aperta sotto l’ala della città e dopo vari spostamenti ha trovato la definitiva e ancora attuale collocazione in via Torino: nel 1975, presso i giardini dell’ospedale, è stato inaugurato il monumento al donatore. L’associazione oggi conta poco meno di mille soci: l’attuale presidente è Martino Macchiolo.