«L’Ambrosiana torna, da oggi, a chiamarsi solo ed esclusivamente Internazionale». Con queste parole, il 27 ottobre 1945, il presidente del club Carlo Masseroni certifica il ritorno alle origini dell'attuale Inter, la cui denominazione – al pari della presidenza e dei colori sociali – era stata variata nel 1928 dal Partito Fascista. All'indomani della tragica esperienza della Seconda Guerra Mondiale, con la ripresa dei campionati dopo due anni di inattività forzata e soprattutto dopo la caduta del regime fascista, il sodalizio nerazzurro può dunque adottare l'auspicata inversione di marcia. Consegnando al passato tanto il nome di Ambrosiana, utilizzato al posto dell'originale che secondo il gusto fascista richiamava da vicino la Terza Internazionale Comunista, quanto la casacca, bianca e rosso-crociata rigorosamente segnata dal fascio littorio durante gli anni della dittatura.
Lezioni in lingua madre per gli alunni della provincia di Bolzano
Con la firma del decreto legislativo luogotenenziale n. 775, il 27 ottobre 1945 il Governo Parri interviene per regolamentare l’insegnamento nelle scuole elementari della provincia di Bolzano, territorio caratterizzato dalla convivenza di più lingue. Per questo motivo, l’art. 1 stabilisce che l’insegnamento “è impartito nella lingua materna degli alunni da maestri per i quali la lingua sia la medesima”. A ogni bambino, dunque, la sua lingua madre, con la precisazione (art. 2) che “all’insegnamento dell’articolo precedente è aggiunto per gli alunni di lingua tedesca quello della lingua italiana” e viceversa, “nella misura seguente: per gli alunni di seconda e terza elementare, tre ore settimanali; per quelli di quarta e quinta e delle classi superiori sei ore settimanali”. L’insegnamento della seconda lingua deve avere prevalentemente carattere di conversazione su argomenti del programma scolastico: l’ora di religione si svolge in lingua madre.