La notte dell'11 ottobre 1945, guardando il limpido cielo sopra Beirut, i sei fondatori dello Nejmeh Sporting Club approvarono all'unanimità il nome della neonata associazione di club calcistici libanesi: “Nejmeh”, appunto, ovvero “stella”. La società ottenne la licenza per iscriversi ai campionati federali nel 1947 e, quattro anni più tardi, partecipò per la prima volta alla Prima Divisione. Da quel momento, il club del presidente Anis Radwan – espressione del distretto di Manara – inscenò un sentito dualismo con l'Ansar che portò ben presto a ribattezzare la sfida come il “Derby di Beirut”. Lo Nejmeh Sporting Club nel corso della sua storia ha conquistato 8 titoli libanesi, 6 Coppe del Libano, 11 Coppe d'Elite e 6 Supercoppe nazionali, raggiungendo nel 2005 anche la finale della Coppa AFC persa contro i giordani dell'Al-Faisaly. Oggi la formazione porpora stellata, guidata in panchina da Bilal Fleifel, gioca allo Stadio El-Hariri, struttura da 5mila posti.
La doppia vita del capitano Edmondo Lasch Sidney
L’ufficio di collocamento inglese in viale Africa, a Roma, è stato scenario di un terribile omicidio dal movente sentimentale: la mattina dell’11 ottobre 1945 la 22enne Lidia Cirillo si era presentata per parlare con il capitano Edmondo Lasch Sidney, che aveva il doppio dei suoi anni e con cui era fidanzata da molto tempo. Per questo motivo ebbe facile accesso all’ufficio dell’uomo, ma una volta entrata, dopo un breve e concitato scambio di parole, aveva estratto dalla borsa una pistola sparando a bruciapelo tre proiettili che uccisero l’ufficiale sul colpo. La ragazza aveva poi rivolto l’arma verso se stessa sparando, però, a vuoto. I due vivevano insieme nell’alloggio della famiglia di lei, erano prossimi alle nozze e la ragazza era in attesa del loro primo bambino. Qualche giorno prima, però, aveva scoperto che Sidney era già sposato in Inghilterra ed era giù padre di tre figli.