“Cinque maglie tricolori in un'apoteosi di folla”. Questo il titolo con cui, il 24 settembre 1945, Tuttosport apre la sua prima pagina, quasi interamente dedicata al ciclismo. E in particolare a quello su pista, che nella giornata precedente aveva appunto assegnato a Torino i titoli nazionali. “Nel pomeriggio, una folla enorme si è riversata al Motovelodromo. E' dai tempi cosiddetti d'oro del ciclismo su pista che non si vedeva tanta e tanta folla intorno all'anello in cemento di corso Casale. Tutto esaurito, in ogni ordine di posti. Incasso primato: 710 mila lire!”, recita l'articolo d'apertura. Che si addentra quindi nella cronaca delle gare e, soprattutto, nella celebrazione dei vincitori: Mario Ghella nella prova Velocità Allievi, Sergio Degli Innocenti nella Velocità Dilettanti, Primo Bergomi nella Velocità Professionisti, Vito Ortelli nell'Inseguimento e Fabio Battesini nel Mezzofondo.
Uno dei "100 film italiani da salvare"
Alle ore 19 del 24 settembre 1945, al cinema Quirino della Capitale, viene proiettato per la prima volta “Roma città aperta”, pellicola diretta da Roberto Rossellini definita dalla critica “Un film che rievoca il tragico periodo dell'occupazione tedesca di Roma e ne dà un quadro e un giudizio così giusto da suscitare immediatamente in tutto il pubblico il più vivo consenso e, per il ricordo della recente tragedia, anche commozione profonda”. Un’opera che ha regalato ad Anna Magnani, co-protagonista insieme ad Aldo Fabrizi, la notorietà internazionale e che l’anno successivo ha ottenuto il Gran Prix come miglior film al Festival di Cannes, cui si aggiunge anche una candidatura al Premio Oscar per la migliore sceneggiatura originale. È stata, inoltre, inserita nella lista dei “100 film italiani da salvare”, nata con lo scopo di segnalare le pellicole che hanno cambiato la memoria collettiva del Paese tra il 1942 e il 1978.