Pallanuoto, il brevissimo scudetto della Lazio

Il 16 settembre 1945 viene assegnato il primo titolo post bellico, annullato l'anno successivo per un «errore tecnico». Quello stesso giorno, grande emozione nella cittadina pugliese di Grottaglie che accoglie il corpo del patrono San Francesco De Geronimo
Pallanuoto, il brevissimo scudetto della Lazio© AG ALDO LIVERANI SAS

Il 16 settembre 1945, nella piscina dello Stadio di Roma, viene assegnato il primo scudetto di pallanuoto del dopoguerra. Il tricolore trova posto nella bacheca della Lazio, ma il verdetto avrà vita breve: nell'aprile 1946, infatti, l'assemblea della Federnuoto ne stabilisce l'annullamento «per un errore tecnico durante la partita tra Lazio e Napoli: di conseguenza il titolo non è stato aggiudicato». Il torneo va in scena secondo una formula compressa che vede otto formazioni suddivise in due gironi: dal primo raggruppamento si qualificano per il quadrangolare finale Napoli e Camogli, dal secondo Lazio e Florentia. Nel pomeriggio del 16 settembre vanno così in scena i due incontri decisivi per stabilire la graduatoria, compreso il pareggio per 3-3 tra capitolini e campani che elegge la Società Sportiva Lazio Nuoto campione d'Italia. Anche se per pochi mesi soltanto.

La cittadina di Grottaglie accoglie il corpo del suo patrono

Il 16 settembre 1945 la cittadina di Grottaglie, in provincia di Taranto, accoglie il corpo di San Francesco De Geronimo, patrono di questa comunità dove era nato nel 1642: gesuita, morì a Napoli nel 1716 e fu beatificato da Papa Pio VII il 2 maggio del 1806 quando gli appartenenti al suo ordine, su proposta del re Ferdinando IV di Borbone, furono riammessi nel regno di Napoli. Canonizzato da papa Gregorio XVI nel 1839, la sua salma è rimasta nella cappella a lui intitolata nella chiesa del Gesù Nuovo della città partenopea fino al termine della Seconda Guerra Mondiale, prima di essere accolta dalla sua comunità pugliese. I cittadini di Grottaglie hanno intitolato al loro Santo, il cui corpo è stato collocato nel santuario che porta il suo stesso nome, anche una piazza all’interno della quale sorge la sua statua in marmo: tutto intorno sono presenti anche 66 formelle serigrafate in ceramica che raccontano la sua vita.

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