“Nello scorso giugno lei fu uno dei duemila bolognesi che diedero la loro adesione di socio alla ricostruzione del Bologna Football Club. L'assemblea generale dei soci ricostruttori elesse questo Consiglio Direttivo che si mise subito all'opera e sta concludendo ora il suo lavoro per varare una squadra di grandi possibilità. che sia all'altezza del buon nome e della gloriosa tradizione del nostro Bologna”. Si apre con queste parole la lettera che il direttivo del Bologna invia il 14 settembre 1945 a tutti i consoci, invitandoli a versare la quota di 2.500 lire per supportare l'opera di ricostruzione post-bellica della società e per completare la campagna di rafforzamento della squadra. I rossoblù nella seguente stagione concluderanno il campionato di Serie A Alta Italia al 7° posto, ma soprattutto arricchiranno la bacheca con la vittoria della Coppa Alta Italia nella doppia finale contro il Novara.
La ricostruzione di Faenza comincia dalla cultura
Sette milioni di lire: questa la stima dei danni quantificata dall’ingegner Arturo Tanesini nella perizia sottoscritta il 14 settembre 1945 e relativa alla situazione della città di Faenza, bersaglio di cento bombardamenti che segnarono la sua storia dall’11 marzo al 17 dicembre 1944, giorno della liberazione dal nazifascismo. Oltre alla vie di comunicazione (ponti e ferrovie), furono vittime delle bombe anche palazzi di grande prestigio storico, edifici religiosi e istituzioni culturali come il Museo delle Ceramiche e la biblioteca. Per quest’ultima, pochi giorni dopo la liberazione furono previsti lavori urgenti per salvare i libri, svolti da alcuni studenti liceali, e già nei primi mesi del 1945 fu riaperta una piccola sala lettura fornita delle opere di maggiore consultazione. La ricostruzione cominciò da lì, dalla cultura, e i lavori di ripristino e restauro si protrassero per quasi tutta la prima metà degli anni Cinquanta.