A due anni di distanza dall'ultima edizione disputata, il 5 agosto 1945 torna grande protagonista sul palcoscenico del ciclismo internazionale la Liegi-Bastogne-Liegi. La classica belga, che nel 1944 si era dovuta inevitabilmente arrendere alle brutalità della Seconda Guerra Mondiale, si sviluppa lungo un percorso di 204 chilometri, al termine dei quali ad alzare le braccia al cielo è Jean Engels. Il corridore fiammingo, classe 1922, centra così il successo più prestigioso di una carriera che l'ha visto sovente imporsi ma sempre in corse minori (nello stesso anno arrivò 11° al Giro delle Fiandre, nel 1948 chiuse al 32° posto l'unico Tour de France disputato). Sotto il traguardo di quella Liegi-Bastogne-Liegi – terminata da Engels, dopo oltre 6 ore di gara, ad una media di circa 33 km/h – transitarono appena 19 atleti, per la larga maggioranza di nazionalità belga: unico “intruso”, nella top 10 finale, l'olandese Sijen, quinto.
La "Dolce Vita" di Valeria Ciangottini
La ribalta internazionale la deve a Federico Fellini, che le affidò il ruolo brevissimo, ma intenso della giovane ragazza, miraggio di un’impossibile redenzione, nella scena finale de “La dolce vita”. Valeria Ciangottini nasce a Roma il 5 agosto 1945 e inizia la sua carriera al fianco di Marcello Mastroianni, scelta tra 4000 aspiranti. «Ero arrivata su quel set perché il maestro aveva fatto sapere attraverso un annuncio che cercava una ragazzina intorno ai 14 anni: ho convinto mia madre a portarmi da lui, appena mi vide disse che ero proprio io quella che cercava», il suo ricordo di quell’esperienza che la rese protagonista del capolavoro felliniano che nel 2020 ha compiuto 60 anni. Un finale poetico, sulla spiaggia di Passoscuro (Roma), in cui l’immagine pura e candida di quella bellissima ragazza si pone in perfetto contrasto con quella vita tumultuosa e un po’ equivoca che il maestro aveva fotografato nella sua pellicola.