Milan Duricic, l'allenatore più longevo

Il 3 agosto 1945 nasce a Osijek il tecnico jugoslavo che ha chiuso la sua carriera nel 2019, sulla panchina slovena del Nk Krsko. In quella stessa data, un rapporto anglo-americano diffonde numeri spaventosi relativi ai massacri delle foibe
Milan Duricic, l'allenatore più longevo© Getty Images

Uno degli allenatori più longevi del panorama europeo. E' Milan Duricic, tecnico jugoslavo (almeno fino al 1991, quando ha preso la nazionalità croata) nato il 3 agosto 1945 a Osijek. La sua epopea in panchina – dopo una carriera da giocatore priva di particolari acuti, trascorsa soprattutto con la maglia delle slovene Mura 05 e Maribor – comincia infatti nel lontano 1975 all'interno del club della sua città natale: l'Nk Osijek. Squadra di cui prenderà poi le redini otto anni più tardi, facendovi quindi ritorno per delle brevi parentesi nel 1987, nel 1997 e nel 2002. Nel mezzo un lungo peregrinare che l'ha portato in Francia (alla prima squadra del Beauvais, ma soprattutto nel vivaio del Lille), in Austria (Sturm Graz tra le altre), in Serbia ed in Slovenia. Dove ha vissuto le ultime esperienze: prima al Rudar Velenje e poi al Nk Krsko, panchina lasciata soltanto nel marzo del 2019 a quasi 74 anni.

Massacri delle foibe: i numeri spaventosi del rapporto anglo-americano

Sono numeri spaventosi quelli che il 3 agosto 1945 emergono dal rapporto del 13° corpo anglo-americano. Perché parlano di uomini. Uomini dispersi, arrestati, internati o uccisi nell’area dell’Istria e della Venezia Giulia dopo l’occupazione jugoslava condotta da Tito, un’operazione militare della Seconda Guerra Mondiale iniziata nell’agosto del 1944 con l’obiettivo di conquistare le suddette regioni che dopo il primo conflitto mondiale erano state riconosciute all’Italia e che avevano al loro interno una forte minoranza slava. Nelle pagine di quel rapporto si parla di 1.500 dispersi e 17.000 arrestati a Trieste, di cui 8.000 rilasciati, 6.000 internati e 3.000 uccisi; 1.500 dispersi e 4.000 arrestati a Gorizia, 600 dispersi a Pola, 150 a Monfalcone. Numeri che rientrano nella terribile pagina dei massacri delle foibe, in cui persero la vita migliaia di militari e civili italiani autoctoni di quell’area geografica.

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