Maurizio Costanzo, talento per talenti

È stato rivoluzionario, ha scritto pagine memorabili di televisione, cambiandola per sempre
Maurizio Costanzo, talento per talenti© ANSA

Buonasera, Direttore. Sono Maurizio Costanzo. Ho letto che, assieme al giornale, Tuttosport distribuisce le posate della Juve, un’iniziativa originale direi. Rivoluzionaria. Le andrebbe di venire a parlarne al Costanzo Show? L’aspetto al Parioli”. Maurizio, io l’ho conosciuto così, ventiquattro anni fa, quando il marketing applicato ai giornali era allo stadio embrionale, per usare un eufemismo e rammentando i sorrisini di compatimento di alcuni addetti ai lavori, presidenti a vita del club fuga dalla notizia, primatisti mondiali di rese in edicola, nonché subitanei imitatori della nostra iniziativa, prima salutata con tanti birignao. L’idea delle posate con il marchio ufficiale della Juve venne all’Editore Roberto Amodei, in linea con la congenita capacità tuttosportiana di battere strade sempre nuove. Fu entusiasticamente assecondata da chi scrive; da Franco Fontana, all’epoca amministratore delegato, e da Mario Parroco, il direttore generale che volò a Barcellona per firmare il contratto con la società titolare dei diritti del marchio bianconero. Strade originali, appunto. Rivoluzionarie.

La via di Costanzo per rivoluzionare la tv

Come rivoluzionaria è stata la via imboccata da Costanzo per cambiare la televisione, scrivendo capitoli di storia. Ha detto bene Pippo Baudo: “Maurizio ha inventato un nuovo modo di fare la tv, ha scoperto tanti personaggi, è stato un uomo tuttofare che ha vissuto anche pericolosamente, ha subito diversi attentati, come quello, spaventoso, della mafia”. (Raccontò Costanzo in un’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano il 14 maggio 2013: “Sono nato una seconda volta fuori dal teatro Parioli, tra via Fauro e via Boccioni, il 14 maggio 1993. Prima il rumore. I vetri rotti. il botto. Un botto pazzesco. Io che chiedo: ‘state bene?’, esco dalla macchina e zoppico con i vetri nelle scarpe. Poi la luce. Una lingua di fuoco. De Palo, l’autista, era una maschera di sangue. Ancora lavora con me”. Si scoprì poi che, per ucciderlo, la mafia aveva usato cento chili di tritolo). Ancora Baudo: “Lui è stato un uomo vero, il cui attaccamento al lavoro ha sempre inteso come servizio al Paese. Il Costanzo Show è stata un’invenzione enorme, eccellente: ha raccontato l’Italia”. Quella sera di ventiquattro anni fa, al Parioli, prima della trasmissione, ci incontriamo in camerino. Gli porto in dono una copia di Tuttosport e, naturalmente, il servizio di posate. La fede romanista di Maurizio è conclamata, eppure apprezza molto il pensiero. Mi infilo una forchetta e un coltello nel taschino della giacca, salgo sul già mitologico palco della già mitologica trasmissione di Canale 5 e aspetto il mio turno. Maurizio mi presenta così: “Voi non lo immaginate, ma in Italia c’è un giornale che, per conquistare nuovi lettori, in queste settimane ha lanciato un’iniziativa senza precedenti, la prima del genere che penso susciterà molte imitazioni essendo originale e rivoluzionaria: marketing applicato al quotidiano. Direttore di Tuttosport, ci fa vedere le posate della Juve?”. Le estraggo dal taschino. Racconto come, dove, quando e perché ci siamo lanciati nell’impresa. Maurizio il Sornione si liscia i baffi, è divertito e, al tempo stesso, incuriosito. Quando finisco, l’applauso caloroso del Parioli mi convince che tutto sia andato bene e scioglie la tensione: poco prima, l’intervista a un altro ospite è stata decisamente soporifera tanto che, durante la pausa pubblicitaria, il padrone di casa sbotta: “Ahò, sveglia!”. Sul palco, scoppiamo tutti a ridere. Parliamo di tv, calcio, giornali e posate. Confesso di non saper cucinare. Risate. Salutandomi, Costanzo mi fa: “La televisione finge di cambiare, ma è sempre la stessa. Il problema è che bisogna farla pensando a chi la segue. Come i giornali: questa idea delle posate avrà successo. Lei è il più giovane direttore di un quotidiano nazionale. Molto bene. Bisogna credere nei giovani”. Sei stato di parola, Maurizio.

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