A 3.000 metri di profondità è stato ritrovato il relitto della Endurance, la nave che nel 1915, sotto la guida di Ernest Shackleton, puntava alla traversata dell'Antartide. Perfettamente conservato, è stato filmato dai rover sottomarini al largo del mare di Weddel dalla spedizione Endurance 22. Realizzata in cantieri norvegesi appositamente per missioni polari estreme, la Endurance era considerata tra le navi più resistenti e avanzate del suo genere e per questo venne scelta dal celebre esploratore britannico per compiere una delle missioni più ambiziose dell'epoca: l'attraversamento a piedi e in slitta del continente antartico. La missione però fallì ancor prima di iniziare perché poche settimane dopo la partenza la nave rimase bloccata tra i ghiacci nel mare di Weddel, lontano da dove avrebbe dovuto lasciare il gruppo di esploratori.
Com'è oggi la nave
Per mesi la nave rimase in balia dei ghiacci fino a che dovette essere abbandonata dall'equipaggio e il 21 novembre 1915 affondare completamente 'stritolata' dai ghiacci. Dopo mesi di enormi difficoltà, imprevisti e scarse provviste tutti e 28 gli uomini dell'equipaggio riuscirono incredibilmente a mettersi in salvo. A distanza di 107 anni la spedizione Endurance22, organizzata dal Falklands Maritime Heritage Trust, è riuscita identificare e filmare i resti incredibilmente intatti della nave che ha ispirato i sogni di moltissimi successivi avventurieri. Gran parte della tre alberi, lunga 44 metri e rinvenuta a 3.008 metri di profondità, è rimasta perfettamente conservata nelle fredde acque antartiche. A poppa è possibile ancora leggerne il nome inciso in lettere dorate. "È un monumento storico, una nave emblematica", ha dichiarato Juan Manuel Lirio, geologo dell'Istituto antartico argentino.