Omicron è una variante del virus SarsCov2, un tipo di Coronavirus responsabile della malattia Covid-19. Indicata prima dall'Oms (Organizzazione mondiale della sanità) con la sigla di ha B.1.1.529 è stata categorizzata come ‘Variant of Concern’ (Voc), e poi ribattezzata con il nome della lettera greca Omicron.
I sintomi principali
Omicron si manifesta con sintomi più leggeri rispetto alle altre mutazione del Covid, come quella Delta. Ovvero: prurito alla gola e tosse secca, dolori muscolari e ossei diffusi, estrema stanchezza, mal di testa lieve o moderato, leggera tachicardia, nessuna perdita di gusto e/o olfatto. Non presenta altri sintomi più gravi come: febbre, difficoltà respiratorie, alterazione della saturazione dell'ossigeno nel sangue.
Come difendersi
Le strategie per difendersi dalla nuova variante restano le stesse: vaccinazione, distanziamento e mascherine. E poi: starnutire nel gomito o nel fazzoletto, lavare spesso le mani, ventilare gli ambienti. La raccomandazione degli esperti è di effettuare il prima possibile la dose booster del vaccino, e per chi non si è ancora sottoposto alla prima dose, prenotarne subito l'appuntamento. Vaccinare il più possibile resta lo strumento collettivo per ridurre il rischio di trasmissione oltre che il pericolo di insorgenza di nuove, più pericolose, varianti.
L'importanza della terza dose
Una protezione più robusta contro la variante Omicron può essere ottenuta con una terza dose poiché i dati provenienti da ulteriori studi delle aziende indicano che un richiamo con l'attuale vaccino di Pfizer. Secondo gli ultimi dati una terza dose fornisce un livello di anticorpi neutralizzanti contro Omicron simile a quello osservato dopo due dosi contro varianti wild-type e altre emerse prima di Omicron. Questi livelli anticorpali sono associati ad un'elevata efficacia sia contro il virus wild-type che contro queste varianti. Una terza dose aumenta notevolmente anche i livelli di cellule T CD8+ contro epitopi di proteine multiple spike che si ritiene siano correlati alla protezione contro la malattia grave. Rispetto al virus wild-type, la stragrande maggioranza di questi epitopi rimane invariata nella variante spike di Omicron.
Il paziente zero è guarito
Il primo positivo in Italia alla nuova variante sudafricana denominata Omicron è guarito. "Dopo venti giorni di quarantena resta la sensazione di aver superato una prova molto dura e senza le conseguenze gravi che hanno subito altre persone. E ciò grazie al vaccino, che ci ha fatto stare tranquilli", ha dichiarato il manager Eni, che ha contagiato la moglie, i due figli, la madre, la suocera e una badante. Tutti sono sempre stati in buone condizioni di salute e hanno poi superato il virus. "Potrò tornare a viaggiare ma in questi venti giorni, oltre all'angoscia e alla spada di Damocle rappresentata dai continui tamponi cui venivamo sottoposti, abbiamo potuto ritrovare la bellezza di stare tutti insieme come non accadeva da tempo. Per chi è abituato a viaggiare, stare venti giorni a casa non è facile, ti genera un senso di oppressione; ma c'è anche un lato positivo, vedere i miei figli quanto erano felici di avermi tutto il giorno in casa; loro sono stati bene, anche perché alla Dad ormai sono abituati. E comunque, ripeto, senza vaccino non saremmo stati mai tranquilli. Per cui spero che anche chi è restio vada a vaccinarsi", ha aggiunto il professionista.