Grand'Italia di orgoglio e resilienza

Grand'Italia di orgoglio e resilienza© ANSA

L’Ospedale Amedeo di Savoia si trova a poche centinaia di metri dalla redazione di Tuttosport. Ha 120 anni di vita ed è un’eccellenza della sanità italiana. Si trova in una zona di Torino che il fiume Dora Riparia isola da tre lati. Il direttore sanitario è il dottor Paolo Mussano. Il prof. Giovanni Di Perri, invece, è il direttore della clinica universitaria di malattie infettive. Mussano e Di Perri sono due degli Eroi Silenziosi da tre settimane in prima linea contro il Coronavirus, come tutte le donne e gli uomini che giorno e notte lavorano al loro fianco. Venerdì sera, erano da poco passate le ventitré quando, al giornale, è arrivata la notizia che un signore di 97 anni, ricoverato da una settimana nel reparto del prof. Di Perri, era stato appena dichiarato ufficialmente guarito e dimesso dall’Ospedale Amedeo di Savoia. In redazione e in tipografia ci sono venuti gli occhi lucidi e non c’è stato bisogno di dirsi nulla, se non ripetere: ce la faremo. Martedì scorso, Tuttosport ha lanciato una sottoscrizione per l’Amedeo di Savoia tramite l’Onlus Anlaids, indicataci dallo stesso nosocomio. Obiettivo: contribuire alla raccolta di fondi per dotare l’Ospedale di un numero sempre maggiore di posti attrezzati in terapia intensiva. La risposta è stata commovente: giorno dopo giorno, hanno aderito i lettori, il sindaco Chiara Appendino, il governatore Alberto Cirio, Lapo Elkann, la Reale Mutua Basket Torino, Marco Boglione fondatore e presidente di BasicNet, oggi Massimo Nalli presidente di Suzuki Italia e, nei prossimi giorni, si aggiungeranno molti altri rappresentanti delle istituzioni, dell’imprenditoria, dello sport, dell’economia che ci hanno già fatto pervenire la loro adesione. Il 30 luglio Tuttosport compirà 75 anni. Tuttosport è il giornale sportivo torinese, piemontese e nazionale che appartiene alla storia dell’informazione, della cultura e del costume del nostro Paese. In questa emergenza senza precedenti che ha radicalmente cambiato le nostre vite, Tuttosport si è ritrovato in eccellente compagnia sul fronte della solidarietà.

La mobilitazione del nostro mondo è straordinaria, il contributo concreto dei tifosi, delle squadre, dei campioni, delle società, dei dirigenti, di altre testate che brillano per un’informazione autorevole, credibile e attendibile, è incessante. In tutta Italia, le iniziative spontanee si coniugano alle campagne mirate per aiutare gli ospedali, i medici, il personale sanitario. La resilienza e l’orgoglio del nostro grande Paese che sta dando al mondo una lezione di coraggio e di solidarietà sono gli stessi valori che appartengono al dna di chiunque pratichi lo sport, ami lo sport, faccia dello sport la metafora della propria vita. In questi giorni, in queste ore registriamo episodi inaspettati, scene inusitate, moti collettivi di speranza, di fiducia, di determinazione: i tricolori alle finestre, l’Inno di Mameli cantato a squarciagola affacciandosi ai balconi o salendo sui tetti e salutato da applausi che rimbombano da una casa all’altra, i flash mob alla stessa ora per invitare a tenere duro, le canzoni popolari napoletane che riempiono il cuore, il martellamento delle campagne web #iorestoacasa, #andràtuttobene. Ieri sera, durante l’ultima diretta Facebook di Tuttosport, un signore ci ha scritto dall’America per dirci: «Un saluto dagli Usa dove stiamo anche noi combattendo il Coronavirus. Un abbraccio, fratelli d’Italia». Ce la faremo.

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