Generazione Zero paura

Il superG sulla Stelvio si apre con la grave caduta dello svizzero Caviezel. Poi spunta il norvegese Moeller e resta in alto Monney. L’Italia? Assente. Giovani e coraggiosi: a Bormio ancora polemiche e la consacrazione dei Duemila
Generazione Zero paura© ANSA

La paura non fa Duemila. Giornate di grandi cadute e annesse polemiche sulla sicurezza. Nel mirino sci e Stelvio, la pista che fra tredici mesi ospiterà le gare maschili a cinque cerchi e che anche ieri ha voluto una vittima sacrificale (lo svizzero Gino Caviezel: spalla destra lussata e ginocchio saltato) sull’altare dello show e di materiali (e condizioni dei tracciati, con pochissima neve e quindi ancora più veloce e con avvallamenti enfatizzati) che portano la struttura degli atleti oltre i limiti. Ma anche giornate di definitiva esplosione della Generazione Z. A Semmering arriva il primo trionfo della croata Zrinka Ljutic, classe 2004. A Bormio in ventiquattro ore c’è l’uno-due dello svizzero Monney (2000) in discesa (e 3° ieri) e del norvegese Fredrik Moeller (2000) in superG, primo successo in carriera dopo i quarti posti di Beaver Creek e Val Gardena. Con l’altro svizzero von Allmen (2001) da 2° a 6°.

Le parole di Fredrik Moeller

"Sapevo della bontà dei miei materiali, ma da questo a vincere… La pista? Tosta, ma mi è venuto tutto perfettamente. Io tra i giovani che vincono? È impressionante" sorride l’ennesimo frutto della piccola Norvegia dei miracoli (sugli sci), che orfana di capitan Kilde (uscito rotto e vivo per mezzo miracolo dal volo di un anno fa a Wengen), già quarto nei primi due superG (Beaver Creek e Val Gardena). Tenendo giù il piede. Come tutti i giovani. "Sono tanti e vanno davvero fortissimo» dice Vincent Kriechmayr, con i suoi 33 anni vecchietto ancora da podio. Obiettivo mancato da Marco Odermatt, il re ancora quinto, che ammette: «Bisognava rischiare, io non l’ho fatto e il risultato è questo".

Il risultato degli italiani

L’Italia è fuori dalla top10. Mattia Casse si conferma il migliore azzurro, 11° a un secondo. "Se considero che nelle ultime due stagioni non ho finito la gara, il risultato non è male". Dominik Paris solo 16°: "Non posso essere contento. Non sono riuscito a trovare le giuste linee e su questa pista appena sei in difesa perdi terreno. Spero di mettere a posto un po’ di cose". Il nostro “Z”, quel Giovanni Franzoni (2001) rilanciato dopo due stagioni d’oro a livello jr e altrettante rovinate dagli infortuni, non ribadisce l’exploit di Beaver Creek (4°) e commenta così il 17° posto: "Era un superG tosto, non sono riuscito a sentire sensazioni buone. Quando ho iniziato a sentire il terreno mosso non ho trovato la giusta scioltezza". Serve fiducia. E intorno gente più fresca? Un ricambio?

Il tema della sicurezza

Tema chiave come quello della sicurezza a un anno da Milano Cortina 2026. La caduta di Gino Caviezel che ha subito stoppato la gara (il grigionese col n.1 ha preso un rimbalzo dopo 47 secondi e ha violentemente impattato contro una porta con lo sci destro rialzato) ha riacceso gli animi dopo lo choc del francese Sarrazin (in ospedale a Sondalo dopo l’intervento alla testa per drenare l’ematoma frutto dell’incidente nelle prove di venerdì). Odermatt, come ammesso, ha alzato il piede. Qualcuno manco è partito (Meillard, ma anche il nostro Innerhofer). A difendere Bormio ci pensa Casse: "In questi giorni non si parla d’altro, ma io ricordo gli incidenti di Kitzbuehel, con una gara interrotta per le troppe cadute (2016, vinse Peter Fill, infortunati gli austriaci Streitberger e Reichelt, ndr). Noi atleti siamo abituati alla velocità, abbiamo medie altissime non pensiamo troppo ai se e ai ma". Il direttore di gara Omar Galli è cauto. "Quello della Stelvio è un pendio sfidante che gli atleti conoscono ormai benissimo. Come ogni anno è stato svolto un grande lavoro di preparazione e abbiamo implementato il livello di sicurezza con nuove reti". Quello Fis, Markus Waldner, lo difende: "Sappiamo che Bormio è uno dei tracciati più difficili ma qui lo standard di sicurezza è altissimo". L’altoatesino accusa i materiali: "Tutto è ormai al limite. Anzi, lo abbiamo già superato. Queste cadute ne sono il risultato". Intanto la Coppa maschile si ferma dieci giorni ma rimane in Italia: l’8 gennaio va in scena lo slalom notturno di Campiglio. Il tempo per dimenticare.

SUPERG UOMINI BORMIO: 1. Moeller (Nor) 1’29”22; 2., Kriechmayr (Aut) 0”20; 3. Monney (Svi) a 0”24; 4. Rogentin (Aut) a 0”42; 5. Odermatt (Svi) a 0”45; 6. von Allmen (Svi) a 0”64; 7. Hemetsberger (Aut) a 0”66; 8. Allegre (Fra) a 0”74; 9. Loriot (Fra) a 0”91; 10. Babinsky (Aut) a 0”93; 11. Casse a 1”04; 16. Paris a 1”55; 17. Franzoni a 1”58; 28. Molteni a 2”44; 31. Bernardi a 2”89; 37. Abbruzzese a 3”47; rit. Perathoner. COPPA DEL MONDO: 1. Odermatt (Svi) 630; 2. Kristoffersen (Nor) 469; 3. McGrath (Nor) 382; 4. Meillard (Svi) 314; 5. Haugan (Nor) 273; 10. Casse 212. SuperG: 1. Odermatt (Svi) 205; 2. Moeller (Nor) 200; 3. Kriechmayr (Aut) 142; 4. Casse 139.

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