«Ciao bella!». Lindsey Vonn felice come mai per un 14° posto chiama a gran voce una Sofia Goggia forse mai così consapevole e solida mentre viene intervistata nel parterre della Corviglia di St.Moritz. Amiche e regine dei riflettori, anche se a vincere è ancora Cornelia Huetter, l’austriaca che dal finale della passata stagione orfano della bergamasca ha cambiato marcia (8° successo, 5° in superG). La 32enne stiriana approfitta del grave errore a fine muro di Lara Gut-Behrami (2ª come a Beaver Creek, 93° podio in Coppa dove 16 anni fa conquistò il primo successo), che però sembra aver messe definitivamente da parte i dolori a ginocchio e schiena e con Mikaela Shiffrin bloccata per l’infortunio di Killington torna ad essere la favorita per la Coppa (-5 dall’americana a pari punti con Goggia e 21 davanti a Federica Brignone).
Il superG-1 di St.Moritz però è anche e soprattutto la giornata del ritorno della “vecchia” regina, che s’era ritirata quasi sei anni fa dopo l’ultima medaglia nella discesa mondiale di Are, nonché dell’azzurro intenso.
Terzo podio consecutivo
Manca solo la vittoria, ma arriva il terzo podio consecutivo in altrettante gare dal rientro di Sofia dall’ennesimo infortunio (5 febbraio in allenamento a Ponte di Legno: caviglia destra frantumata) e quattro delle prime sei al traguardo portano la sigla ITA: dietro Sofia infatti si piazzano in scia una rilanciata Elena Curtoni, la lottatrice Federica Brignone e una Laura Pirovano alla quale serve solo un pizzico di confidenza per entrare stabilmente tra le grandi. «Sono sesta dietro ad un filotto di azzurre che sono tutte bravissime... Chissà se un giorno riuscirò a fare quel passo in avanti per arrivare sul podio, ma non devo focalizzarmi su quello: sono soddisfatta per aver migliorato rispetto alla prima gara stagionale» afferma la 27enne trentina frenata dagli infortuni. Parla di fiducia anche Brignone. «Sono partita col giusto atteggiamento, un paio di volte non sono riuscita a stare a tempo. Questo mi fa un po’ arrabbiare perché sono errori di fiducia. Non trovo la giusta convinzione, ma si tratta di mettere a posto tutti i pezzi» dice la valdostana, quinta e battuta di un centesimo da Curtoni, che si mette alle spalle l’incidente di un anno fa (frattura dell’osso sacro) su questa pista. «La stagione è iniziata in maniera positiva - sorride la valtellinese -. Un bel risultato che mi da fiducia in vista delle prossime tappe. Manca solo l’ultimo passo. Devo solo continuare così e a crederci, senza farmi condizionare dal pensiero di infortuni, centesimi di troppo o altro di simile».
Ricerca della perfezione
Pensieri e problemi che Goggia non ha più da tempo nonostante i continui stop&go. Compreso l’ultimo, che l’ha portata sull’orlo del ritiro. Ma appena rimesso gli sci, eccola sgasare sul podio: seconda in discesa e prima in superG a Beaver Creek, terza nel primo dei due in programma questo weekend a St.Moritz, dove sale per la 57ª volta sul podio di Coppa, la 16ª nella specialità ibrida della velocità. «Non ho sciato molto bene, mi sentivo più tesa rispetto alla settimana scorsa, ma va bene: non sempre tutte le ciambelle escono col buco - ammette una sempre perfezionista Sofia -. Non è stato facile capire la condizione della neve, con un fondo molto aggressivo. Mi servirebbe più tempo per adattarmi e dopo Beaver Creek di fatto non ho messo gli sci se non per un giro in campo libero. Huetter è stata molto veloce ovunque, io a tratti, a scatti: ma dopo l’infortunio mi piace vivere giornata per giornata. E tre podi in tre gare non è assolutamente male...».
La bergamasca ha ricambiato il favore dello scorso weekend, quando l’amica Lindsey da apripista le ha subito descritto i passaggi chiave di quel superG, poi vinto. «Mi ha chiamato dopo la mia discesa per avere qualche informazione sul tracciato - racconta Sofia -, ma lei con il 31 ha trovato una pista un po’ più segnata. In queste condizioni ha fatto una gran cosa, sono troppo felice per lei, di vederla così». D’altronde basta guardarle luminose illuminare il parterre. Come se il tempo si fosse fermate a quel biennio magico 2018-2019, aperto con il trionfo olimpico dell’azzurra a Pyeongchang e chiuso con il suo quarto posto in scia dell’americana nella discesa iridata si Are. Quasi un inchino al passo d’addio.
«Avrei voluto sciare veloce come te, ma ho sentito lo sci scorrere veloce ed è bellissimo: mi sono divertita un sacco» commenta Lindsey parlando con Sofia, davanti alle telecamere. Quindi racconta quelle sensazioni riabbracciate. «Ero un po’ stressata e un po’ in ritardo con i tempismi. Diciamo che h dimenticato un paio di cose... Era così frenetico e non lo facevo da un po’. Ma è stato così bello sentire di nuovo le farfalle nello stomaco al cancelletto, l’adrenalina che ti spinge oltre. Incredibile, sdoro questa sensazione». Infine la promessa: è solo l’inizio, già oggi nella gara bis l’americana delle 82 vittorie in Coppa si aspetta un salto di qualità. «Non ho voluto rischiare troppo, cercavo di finire con una buona prestazione. Ho ottenuto ciò che volevo, spingerò sicuramente di più»