Lettera al Presidente Sergio Mattarella da Michele Sarzilla per le Olimpiadi

Dopo la convocazione ai Giochi Olimpici di Parigi 2024 come riserva, Michele Sarzilla scrive una lettera aperta al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Ministro dello Sport e dei Giovani Andrea Abodi, al Presidente del CONI Giovanni Malagò e al Presidente della Federazione Italiana Triathlon Riccardo Giubilei
Lettera al Presidente Sergio Mattarella da Michele Sarzilla per le Olimpiadi© Tiziano Ballabio (Fitri)

Settimo Milanese (MI) – Michele Sarzilla, dal giorno della comunicazione delle convocazioni olimpiche, ha parlato poco. La decisione di fargli vivere Parigi 2024 da riserva lo ha colpito duro.
Difficile spiegare e, soprattutto, spiegarsi il perché di una tale scelta da parte dello staff tecnico federale, dal momento che è lui il migliore italiano nel ranking olimpico (è al 24° posto). Impossibile comprendere e digerire una tale conclusione, soprattutto perché nessuno ha deciso di motivarla, basandosi su aspetti e fattori tecnici, né all’atleta personalmente né attraverso i canali ufficiali. Se non con un breve parziale commento in cui si spiegava che – data la scelta di puntare tutto sulla gara a staffetta – era stato un algortimo – meccanismo alquanto discutibile e ancora sconosciuto a tutti, ad aver lasciato fuori dai “titolari” Sarzilla, preferendogli Alessio Crociani.
 
Sono passate più di tre settimane dal 6 giugno, giorno della pubblicazione delle convocazioni. E Michele Sarzilla, qualche giorno fa, ha deciso di parlare o, meglio, di scrivere a chi dello sport e dello spirito sportivo dovrebbe avere cura: al Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, al Ministro dello Sport e dei Giovani Andrea Abodi, al Presidente del CONI Giovanni Malagò e al Presidente della Federazione Italiana Triathlon Riccardo Giubilei.
 
In quella lettera aperta c’è Michele Sarzilla: ci sono il suo modo di porsi, di pensare e di lavorare, senza arrampicarsi sui vetri o adducendo giustificazioni. E con l’esclusivo obiettivo di spiegare una volta per tutte i fatti, basandoli non su umani rancori, ma su dati precisi, con tabelle e tempi, mostrando che – proprio dati alla mano – risulta lui l’atleta più performante anche nella gara a staffetta.
 
Scrive Sarzilla: “Ritengo dunque che la decisione della FITRI di rifugiarsi dietro un modello scientifico così poco trasparente sia per me estremamente avvilente. Chiedo almeno alle persone che hanno preso questa decisione di metterci la faccia e di assumersi le proprie responsabilità rendendo pubblici i dati che hanno portato alla scelta della rosa dei titolari.
Il miglior atleta italiano è stato usato come un atleta usa e getta, mandato in viaggio in giro per il mondo per due anni, totalizzando punti e risultati per poi essere lasciato in panchina. Una decisione di una pochezza umana notevole e un metodo di comunicazione meschino, poco consono con i valori di una Federazione cui motto è sempre stato “Noi siamo uno”.
Le decisioni possono essere giuste o sbagliate, accettate o criticate, ma devono sempre e in ogni modo essere esposte con chiarezza e, se argomentate su dati scientifici come dichiarato, questi devono essere trasparenti, visibili e consultabili.”
 
Sono certo che da una tale decisione a perdere siamo tutti:
- io perdo la possibilità di realizzare un sogno che cullavo da tempo, e probabilmente anche l'ultima possibilità di realizzarlo, dal momento che compirò 36 anni tra pochi giorni;
- la FITRI perde la credibilità davanti a giovani atleti che vedono un esempio lampante di poca coerenza e meritocrazia. Con che parole gli allenatori di domani inciteranno i propri giovani atleti a raggiungere risultati sempre più alti? Per quale motivo dovrebbero farlo, se poi nei giorni che contano i risultati, questi non vengono presi in considerazione?
- il Consiglio Federale e il Presidente Riccardo Giubilei perdono; il Presidente, non godendo più della maggioranza in Consiglio e vedendosi dimettere sei di dieci consiglieri, si è visto obbligato a indurre nuove elezioni;
- Alessio Crociani perde, dal momento che si vedrà cadere una responsabilità enorme sulle sue spalle, quella di disputare una gara Olimpica senza aver l’esperienza per gestire l’ansia e la tensione che una gara di quel livello genera;
- le migliaia di appassionati di triathlon italiani perdono, un mondo che vede il loro sport “contaminato” e corrotto da temi politici che normalmente dovrebbero rimanere fuori dai campi gara, specialmente se si tratta della gara olimpica;
- e infine, perde la squadra Italia, ragazzi e ragazze poco uniti verso il loro sogno, impauriti e carichi di pressioni da chi, negli ultimi anni, non è stato capace di indurre in loro alcuna fiducia.”
 
COSA CHIEDE SARZILLA
Sarzilla chiude così la lettera aperta: Chiedo, chiediamo tutti, un interessamento da parte vostra su questa vicenda poiché non è possibile ignorare quella che mi sembra una notevole ingiustizia e una sconfitta per lo spirito sportivo che anima le Olimpiadi.
Sono a conoscenza del regolamento e so che fino al 5 luglio 2024 c’è tempo per modificare le scelte
eseguite. Chiedo che i dati forniti vengano presi in considerazione affinché il 30 luglio e il 5 agosto 2024 a Parigi possa scendere in campo la miglior squadra, quella più performante e quella capace di conquistare il miglior risultato possibile”.
 
LA DICHIARAZIONE DI LUCA SACCHI
Luca Sacchi, presidente del DDS-7MP Triathlon Team: «Vorrei che a Michele Sarzilla venisse data la dignità di atleta e di uomo che merita. Che venisse tutelato da ogni organo che disciplina lo sport in Italia. Le posizioni di vertice hanno la forza e il potere di farlo, ma soprattutto il dovere di vigilare sulla correttezza. Sono contento che Michele si sia rivolto a Loro e mi auguro che ci sia serietà e responsabilità nell'analizzare la situazione».

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